"Con quota 100 un dipendente statale potrebbe perdere fino a 500 euro al mese", queste le parole del presidente Inps, Tito Boeri, durante un intervento da lui effettuato in commissione Lavoro della Camera e riportate, tra gli altri, dal quotidiano La Stampa. Quota 100 è la riforma fortemente voluta dalla Lega per abolire la legge Fornero. Questa riforma permetterebbe a una vasta platea di lavoratori di uscire dal lavoro se possono godere di determinati requisiti: 62 anni d'età anagrafica e almeno 38 anni di contributi versati.
Una riforma che avrebbe un costo di circa 140 miliardi solo nei primi dieci anni.
Quota 100: quanto perderebbe un dipendente statale
Le parole del presidente Inps riportate sul quotidiano La Stampa evidenziano considerazioni forti. Al fine di fare capire meglio la situazione che si paventerebbe, Boeri ha fatto un esempio: se un dipendente statale percepisce 40 mila euro lordi annui e quota 100 venisse applicata, si vedrebbe nel suo assegno pensione decurtati 500 euro al mese. Questo perché vige sia il metodo contributivo che retributivo. Per uscire dal mondo del lavoro con la legge Fornero è necessario avere 67 anni d'età anagrafica.
Se quota 100 venisse applicata e ad essa venisse associato il sistema misto per il calcolo pensione, contributivo e retributivo, un dipendente statale si vedrebbe decurtato un importo significativo sulla propria pensione. Questo è il pensiero espresso da Tito Boeri e riportato dalle principali testate giornalistiche.
M5S contro Boeri: 'Fa politica'
Il M5S, per bocca del deputato Davide Tripiedi, ha espresso il suo parere su quanto denunciato dal presidente Inps; il grillino ha asserito che Boeri si comporta verso gli esponenti del governo come se fosse un loro avversario politico e che le dichiarazioni da lui rilasciate sono 'una vergogna'. Boeri ha affermato che se quota 100 venisse applicata l'impatto sui conti dello Stato sarebbe "devastante", poiché le coperture finanziarie per coprire tale cifra sarebbero ingenti.
Il presidente Inps si è detto dubbioso sulla volontà del M5S di volere effettuare dei tagli delle Pensioni poiché, secondo lui, è impossibile che si ottengano un miliardo di risparmi in tre anni. Per ottenere tale cifra si potrebbe intervenire applicando il recupero dell’inflazione, tassando chi percepisce più di 2.500 euro al mese, cifra considerata cinque volte maggiore rispetto alla minima.