Pensioni e superamento della Legge Fornero erano nel famigerato contratto di Governo tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Salvini e Di Maio ne hanno fatto un obiettivo vero e non a caso nella nota di aggiornamento del Def buona parte del debito sarebbe investito nell'adozione di Quota 100 che farebbe congedare dal lavoro centinaia di migliaia di lavoratori già a partire dal 2019. Uno strumento che, nelle idee dei due partiti di maggioranza, lascerebbe anche spazio a nuove assunzioni tra i giovani per i posti lasciati liberi dai più anziani. C'è però chi non la vede così e tra questi c'è il presidente dell'Inps Tito Boeri che, nelle ultime ore, ha mostrato il proprio scetticismo.

Piccata la risposta di Matteo Salvini che l'ha invitato a dimettersi e a candidarsi.

Le perplessità di Boeri riguardano i costi

Tito Boeri, senza troppi giri di parole, ha rivelato che l'eventuale abolizione della Legge Fornero e l'adozione di Quota 100 genererebbe un debito pensionistico di circa 100 miliardi di euro che rischierebbe di gravare pesantemente sulle nuove generazioni. Oggi, per andare in pensione, servono sessantasette anni o quarantuno anni e 10 mesi di contributi. Con Quota 100, invece, si andrebbe in pensione anticipata nel momento in cui la somma tra l'età e i contributi versati farebbe, per l'appunto, 100. Un lavoratore di sessantaquattro anni, ad esempio, potrebbe andare in pensione con trentasei anni di contributi.

Questo è destinato a rendere decisamente più agevole il raggiungimento della pensione, ma per qualcuno, come Boeri per l'appunto, metterebbe a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico. Boeri, senza troppi giri di parole, lo ha detto nel corso di un'audizione alla Camera. Il suo pensiero non è stato gradito a Salvini che non ha avuto particolari remore nell'usare parole piuttosto decise nei suoi confronti.

Salvini 'suggerisce' a Boeri di candidarsi

Matteo Salvini risponde al presidente dell'Inps suggerendogli, in maniera piuttosto ironica, di dimettersi dall'incarico che ha attualmente, di candidarsi alle elezioni e di chiedere il voto alla gente con un programma elettorale basato sulle pensioni a ottant'anni. Una provocazione vera e propria, acuita dall'esternazione secondo cui più "alcuni professoroni", a dir suo, difendono la Fornero e più si convince che la "pensione per centinaia di migliaia di italiani, che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani, sia uno dei meriti più grandi di questo governo".