Per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, la chiusura domenicale dei negozi, proposta dal vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, sarebbe profondamente contraria alla mentalità e al "senso comune" del capoluogo lombardo.

Intervenuto ad un convegno in Bicocca, il primo cittadino della città meneghina, nell'esprimere il suo parere sull'idea avanzata da Di Maio, non ha utilizzato mezzi termini nell'invitare ad applicare questa misura in città come Avellino, chiedendo caldamente di "non rompere le pa**e" ai cittadini milanesi.

Dopo aver appreso delle esternazioni di Beppe Sala, il vicepremier pentastellato ha replicato su Facebook, ribadendo che chi ha lavora "ha il diritto a non essere sfruttato", e se questo presupposto dà fastidio a un "sindaco fighetto del PD" non gli interessa.

Le critiche di Giuseppe Sala

Al di là del linguaggio piuttosto colorito con cui ha voluto rispedire al mittente la proposta di Luigi Di Maio, il primo cittadino di Milano ha spiegato che un'eventuale chiusura delle attività commerciali nel fine settimana e durante le festività andrebbe ad incidere negativamente sul modello economico ben funzionante del capoluogo lombardo, che consente alla città di accogliere circa 9 milioni di turisti ogni anno.

Il duro attacco di Beppe Sala ha immediatamente trovato la risposta del ministro del Lavoro, il quale ha spiegato che la liberalizzazione delle turnazioni e degli orari di lavoro introdotta dal Governo Monti sta "distruggendo le famiglie italiane" e, di conseguenza, è necessario reintrodurre una precisa regolamentazione su orari di apertura e chiusura dei negozi.

L'intervento su Facebook del leader politico del Movimento 5 Stelle non ha trovato d'accordo Giuseppe Sala che, definito "fighetto" da Di Maio, ha controreplicato sul social network, dicendo che il vicepremier potrà chiamarlo così soltanto quando avrà lavorato almeno il 10% di quanto ha fatto lui in carriera.

L'intervento di Matteo Salvini

Nella polemica tra Di Maio e Sala è intervenuto anche l'altro vicepremier, Matteo Salvini, il quale ha ovviamente assunto le difese del suo alleato politico, definendo "irrispettose" le dichiarazioni del sindaco di Milano, esortandolo a non occuparsi delle questioni di governo o della città di Avellino, ma di pensare piuttosto a garantire sicurezza e legalità in alcune aree del capoluogo meneghino che ad oggi sono "assolutamente fuori controllo".

Infine bisogna sottolineare anche un'altra reazione piccata all'uscita di Sala alla Bicocca, ovvero quella di Clemente Mastella, sindaco di Benevento, il quale si è detto "indignato come meridionale" dalle dure affermazioni del primo cittadino milanese, auspicando che presto arrivino le scuse nei confronti di Avellino e dei suoi cittadini.