Oggi dimenticate e non sempre ascoltate, le voci delle prostitute che scrissero a Lina Merlin, ai tempi della discussione sulla legge che, di lì a poco, avrebbe cancellato un vecchio istituto quale quello delle case di tolleranza, restano grandi esempi di umanità e di speranza che bisogna sempre ascoltare.

A 60 anni dalla Legge Merlin, legge che in Italia ha fatto chiudere i bordelli di stato, l'editore Gruppo Abele decide di pubblicare una nuova versione delle Lettere alle case chiuse, uscite per la prima volta nel 1953, pubblicate da Lina Merlin e Carla Barberis, futura moglie di Sandro Pertini.

Parlando con la curatrice di quest'edizione, Mirta Da Pra, giornalista professionista e responsabile del Progetto vittime del Gruppo Abele, è emerso quanto ancora oggi sia importante non solo questa legge, ma lo stessa figura di una senatrice quale è stata Angelina Merlin.

Le lettere oggi

Le lettere documenti storici importantissimi che fanno luce sulle case, sono state forse ignorate dalla storia?

"Direi di no, se si guarda i dieci anni di dibattito, le lettere sono state pubblicate tre anni prima, e direi che sono state determinanti nella legge. Sono state importanti perché hanno portato fuori quello che c'era all'interno. Ed è stata la prima volta in cui è stata data voce alle donne, ed erano delle vittime, sempre ultime.

Le lettere sono un grido di dolore, le prostitute sono persone che nonostante tutto hanno conquistato una grandissima generosità. Oltre alla propria situazione, chiedono un aiuto e chiedono un attenzione anche per il personale delle case.Un altro elemento che emerge è che molte persone si rivolgono alla Merlin con un termine che si avvicina alla mamma".

Un fenomeno che è cambiato, ma le vittime hanno sempre storie simili

"Queste lettere sono sempre attuali: anche se è cambiato il fenomeno della prostituzione, ma restano molti punti di contatto: la legge Merlin ha dato più opportunità alle donne e ha fatto si che queste non scegliessero più di fare le prostitute. E soprattutto non c'era più la schedatura.

Il libro apre una finestra apre uno sguardo: leggere quel libro stupisce, è una rivelazione. è importante leggerlo".

La stampa sul tema prostituzione

Nonostante questo però la stampa dell'epoca e non solo non ha mai sposato in pieno questa legge

"La stampa sulla prostituzione e sulla Merlin è sempre stata attuale. La stampa si è lasciata anche molto usare: quando ci sono state delle questioni internazionali, veniva sempre fuori il discorso case chiuse si, case chiuse no. La stampa ha sempre un po' marciato, nonostante però ci siano state molte inchieste sulla tratta: ci sono bravi giornalisti ma ce ne dovrebbero essere di più. Se guardiamo alle persone che lavorano la tratta, operatori, che rappresentano questi soggetti vittime, questi hanno detto che meglio della Merlin non c'è nulla.

Inoltre la Legge Merlin non è una legge vecchia perché è stata aggiornata da queste leggi, art. 18 del testo unico sull'immigrazione (che consente il permesso di soggiorno per le vittime della tratta) e dalla legge 228 del 2003 (Misure contro la tratta di persone): questa legge ha tracciato una strada da cui non bisogna tornare indietro. E inoltre la Legge Merlin non si applica, spesso non si fa azione di contrasto alle organizzazioni criminali, e non si danno fondi adeguati alle forze di polizia".

Legge Merlin sempre attuale

Quanto è attuale la Legge Merlin e quali rischi corre oggi?

"Spero che continuerà ad andare avanti. Bisogna ricordare la modalità di lavoro di questa donna, il suo informarsi, studiare, approfondire.

Merlin rappresenta una modalità di fare Politica di cui si ha nostalgia: oggi ci sono pochi politici così. Manca preparazione, ascolto, studio. Bisogna approfondire, non andare avanti a slogan.

Sono state presentate tante proposte, e per fortuna non se n'è fatto nulla. Dobbiamo migliorare, andare avanti, io credo che a livello generale abbiamo peggiorato. Oggi la situazione non è semplice su più piani, a cominciare da quello ambientale. Abbiamo bisogno di cittadini che studino sulle tematiche e si preparino".

Modello svedese

E come valuta invece l'apporto della Legge svedese?

"La legge svedese ha spostato l'attenzione su chi consuma: secondo me non va bene neanche quello. Bisognerebbe punire chi sfrutta, non sono convinta che la soluzione sia la punibilità del cliente.

Tra due persone adulte la prostituzione rientra nella sfera personale, e non definisco la prostituzione un lavoro come un altro.

E criminalizzare a monte non è giusto neanche in questo caso. Bisogna intervenire nell'educazione dei rapporti e prestare attenzione al maschile, considerando che i clienti delle prostitute sono nella maggior parte eterosessuali. Va detto che comunque che non tutti i maschi sono potenziali clienti, anche se sono tanti. C'è inoltre grande difficoltà per l'emancipazione femminile: bisogna ragionare su queste cose. Fare una riflessione senza puntare ai clienti e alle prostitute, ma solo sugli sfruttatori, ci sarebbe gran beneficio sulle relazioni di tutti".

Educare le persone

Educazione sessuale, quant'è difficile parlarne?

"Ho visto ambiti che hanno lavorato con degli insegnanti a Padova, a Pescara con la Caritas di Pescara, a Torino e in tanti altri posti: un lavoro serio nelle scuole, che ha un prima un durante un dopo, con dei lavori bellissimi da parte dei ragazzi. Sono emersi temi come la salute, le cause che portano alla prostituzione, elemento molto importante, il pericolo del web e i pericoli che corrono i ragazzini tramite la rete e sappiamo quant'è facile passare dal virtuale al reale.

Facendo questi lavori si affrontano queste tematiche. Si parla di tante cose per poi arrivare anche al tema della sessualità: i ragazzi che ho visto hanno fatto dei lavori splendidi e sono entrati un po' di più in quelle dinamiche, e sono sicura, o quasi certa, che non diventeranno clienti un giorno".

Molti restano infastiditi dalla prostituzione nelle strade...a volte regolamentare la prostituzione nasce da un bisogno di voler nascondere?

"La realtà è un'altra, anche se a me da fastidio, è un pugno nello stomaco. Per me non è lo stesso vedere e non vedere. Non è nascondere le cose la strada giusta. Dal punto di visto sanitario la legge Merlin dice che la tutela deve venire dalla persona. In passato ricordiamo che prima della legge, c'era il problema dei certificati. Da uno studio del professor Ivano del Conte dell' Ospedale Amedeo di Savoia emerge come le prostitute al chiuso siano le più ammalate: e pensiamo al dato sugli uomini sposati, c'è da riflettere".