La Brexit, di cui in questi giorni si stanno riempiendo le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo, avrebbe dovuto decorrere a partire dal 29 marzo prossimo ma, come reso noto ieri, sarà posticipata al 22 maggio, ammesso che i parlamentari della House of Commons riescano a trovare un accordo.

Per quanto riguarda il nostro paese, le domande che tutti gli italiani in Regno Unito si pongono devono poter trovare una risposta, e le dichiarazioni dell'ambasciatore britannico Jill Morris, a questo proposito, sembrano essere confortanti.

Ambasciatore GB: 'Diritti degli italiani saranno tutelati'

Parlando di Brexit nulla è chiaro, se non che potrebbero esserci cambiamenti per quanto riguarda le migrazioni. Particolari legislazioni nel caso di migranti extraeuropei erano e sono sempre state vigenti, ma per quanto concerne l'Unione Europea è ben altra storia. L'istituzione, infatti, si basa su diversi pilastri di cui uno tra i più importanti è la "libera circolazione di persone su tutto il territorio europeo".

E parlando di Italia, in particolar modo, ci si riferisce ad un paese che ha "affidato" alla corona ben 700 mila dei suoi figli che, a partire dall'anno scorso, hanno preso d'assalto i consolati italiani in una vera e propria "corsa alla regolarizzazione".

Si stima infatti che nell'ultimo anno circa 350 mila italiani, spaventati dai possibili effetti del "Leave", abbiano deciso di regolarizzare la propria posizione.

Di fatto, tutti coloro che saranno arrivati precedentemente alla data di effettiva uscita dall'UE (regolari) saranno autorizzati a restarvi. Per quanto concerne gli avvenimenti successivi al "Leave", le cose non sono per nulla chiare, ma l'ambasciatore britannico Jill Morris ha dichiarato che l'intento è di non far cambiare troppo le cose e che, in ogni caso, "i diritti degli italiani saranno tutelati, come quelli dei cittadini britannici in Italia".

L'ambasciatore ha poi dichiarato che: "gli italiani continueranno ad essere i benvenuti in UK".

Brexit, cosa cambierà per gli italiani in Regno Unito

L'UE aveva chiesto che i diritti dei cittadini europei rimanessero invariati, ma la premier britannica, Theresa May, aveva subito dissuaso i più ottimisti non escludendo la concreta possibilità di cambiamenti.

Dopo il periodo di transizione, che si concluderà il 31 dicembre 2020, gli italiani avranno bisogno di un'apposita procedura di registrazione per potersi trasferire in Regno Unito. Sebbene poi, l'Inghilterra abbia avanzato l'ipotesi di voler rimanere "visa-free", vale a dire permettere l'accesso senza un visto, non sarà sicuramente più possibile viaggiare da e verso il paese con la sola carta d'identità, bensì servirà un passaporto. La copertura sanitaria sarà permessa soltanto con un'apposita tessera, differente da quella già in uso nei paesi europei.

Dopo il 31 dicembre 2020 si prevede un sensibile aumento dei costi universitari e dei biglietti aerei nonché, naturalmente, aggravi tariffari nell'ambito della telefonia.

Per gli italiani residenti in Regno Unito sarà necessario un "resident permit" e per chi è residente da più di dieci anni, sarà necessario poter dimostrare di vivere lì da prima che il paese lasciasse l'UE. Tutti, indipendentemente dallo stato di residenza, saranno soggetti al controllo immigrazione.

Insomma, niente paura: le previsioni non sono delle più terribili e le dichiarazioni dell'ambasciatore Jill Morris sembrano rassicurare anche i più pessimisti.