Una vera e propria organizzazione criminale che operava col fine di truffare le assicurazioni e incassare ingentissimi risarcimenti è quella sgominata lunedì mattina nella nuova maxi operazione a Palermo. L'indagine costituisce il prosieguo di un'inchiesta che aveva già avuto luogo lo scorso anno e aveva visto finire in manette 11 persone e una cinquantina di indagati. Stavolta gli arrestati sarebbero 42, tra cui un avvocato palermitano che curava l'aspetto legale del sistema truffaldino, e centinaia sono gli indagati.
Il modus operandi dell'organizzazione era quello di selezionare vittime tra le persone ai margini della società, come tossicodipendenti, persone affette da gravi deficit mentali o che versavano in condizioni economiche deprecabili, e promettere loro lauti risarcimenti qualora si fossero sottoposti alla frattura o alla mutilazione di arti.
Venivano lanciati dischi di ghisa (come quelli impiegati nelle palestre n.d.r.) sugli arti inferiori per spezzare i femori, ma venivano usati anche altri metodi.
Mutilazioni e fratture con dischi di ghisa, arrestate 42 persone questo lunedì mattina
L'indagine, che aveva visto il suo avvio lo scorso anno con 11 persone arrestate e una cinquantina di indagati, avrebbe avuto il suo exploit lunedì mattina con il fermo, stavolta, di 42 persone e un centinaio di indagati. Le persone arrestate sarebbero accusate di reati gravissimi, tra cui estorsione, lesioni aggravate, truffa e autoriciclaggio.
L'organizzazione pianificava e successivamente inscenava dei falsi sinistri, impiegando in qualità di vittime persone ai margini della società, alcune delle quali compiacenti, alle quali venivano inferte sevizie come frattura delle ossa e mutilazione degli arti, in cambio di risarcimenti.
Tali soggetti, sedotti dalla promessa di enormi guadagni, si prestavano quindi ai loro aguzzini, ma i pagamenti non venivano mai corrisposti; Sarebbero oltre 50 le testimonianze. C'erano i mezzi usati per gli incidenti, c'erano i testimoni e c'erano i boia-spaccaossa, incaricati di procedere fisicamente alle lesioni sulle vittime.
Indagati anche medici che firmavano perizie riguardo alle fratture
Vi sarebbero stati anche medici consenzienti, che firmavano le perizie mediche e centri fisioterapici che, invece, producevano l'attestazione per prestazioni mai realmente effettuate. A concludere il quadro vi sarebbero stati avvocati e studi di infortunistica che gestivano, ai fini di ottenere il risarcimento, le pratiche acquistate dalle organizzazioni criminali.
Questa storia sembrerebbe esser costata la vita ad almeno una persona, un cittadino tunisino ritrovato morto alla periferia di Palermo, al quale erano state somministrate dosi eccessive di droga affinché non si sottraesse alla procedura. La morte, che era stata indicata come conseguenza di un'incidente stradale, è stata poi accertata come l'esito delle numerose fratture inferte dagli spaccaossa.