Le elezioni europee sono ormai in archivio. Passeranno alla storia come la tornata elettorale che ha segnato la definitiva consacrazione di Matteo Salvini, leader capace di portare la Lega al 34%. Un risultato che però dovrà fare i conti con il tempo per capire quanto il successo sarà duraturo. Su analisi di questo tipo che si basano i giudizi che arrivano da vari esponenti politici, soprattutto all'opposizione.

C'è anche ansia di capire come la Lega si collocherà all'interno di un Parlamento Europeo che, secondo molti, non è stato travolto da quell'ondata sovranista che qualcuno si aspettava. Romano Prodi, in un'intervista al Corriere della Sera, ha provato a fornire il proprio punto di vista sulla situazione.

Per Prodi gli europei scelgono l'Europa

Quello di Romano Prodi naturalmente non può essere considerato un pensiero disinteressato. Lui è stato per anni una delle figure più influenti del centrosinistra, ma anche e soprattutto un europeista convinto che ha traghettato l'Italia verso la moneta unica.

Durante l'intervista ha inteso evidenziare come, ogni qualvolta il popolo europeo è chiamato a scegliere, non ha dubbi nel privilegiare la richiesta di un futuro sotto l'egida dell'Unione Europea. Una considerazione che nasce, secondo Prodi, dal fatto che il fenomeno del sovranismo è stato arginato nonostante quelli che, secondo Prodi, sono stati dei gravi errori commessi dalle istituzioni europee. Nelle sue parole si coglie anche la necessità di evitare che si perseveri in certi sbagli, considerato che questo senso di appartenenza e questo sentimento europeo non è detto siano destinati a durare all'infinito.

Salvini in Europa secondo Prodi e il rischio di sparare a salve

Dove il sovranismo ha senza dubbio vinto è l'Italia.

Il 34% di Salvini rappresenta una dato oggettivamente straordinario, ma potrebbe non pesare in Europa. C'è però un avvertimento chiaro di Prodi al Ministro dell'Interno, pur riconoscendone l'ampiezza della vittoria. "Salvini - avverte - o cambia o spara a salve. Chi si isola, come ha fatto lui, non può che ridursi a chiedere l'elemosina. A Bruxelles si tratta su tutto". La fortissima affermazione, secondo Prodi, trae le sue basi anche e soprattutto in quello che è sembrato quasi un suicidio del Movimento Cinque Stelle. Particolarmente dura è la definizione che l'ex Presidente del Consiglio dà dei grillini nell'ultimo anno: "Prima sdraiati come uno stuoino e poi atteggiati a Ercole Farnese. Un’ambivalenza che ha determinato l’entità della loro sconfitta e della vittoria leghista".