Alcuni giorni si è parlato molto della presunta foto segnaletica di Carola Rackete, la comandante dell'imbarcazione umanitaria olandese della Sea Watch International. L'immagine della capitana aveva fatto il giro del web e aveva scatenato alcune polemiche, specialmente da parte di alcuni rappresentanti delle forze di opposizione. Andando maggiormente nei particolari, la foto era diventata alquanto virale su alcuni gruppi Facebook e siti web, così come sul noto social network di origine russa VKontakte. Proprio la diffusione della foto sul social russo aveva fatto decisamente discutere.

L'immagine condivisa da un pensionato italiano 'sovranista' su VK

Entrando nei dettagli, nei giorni scorsi si era sostenuto che la foto di Carola era stata diffusa inizialmente su Vk da un utente italiano, Giancarmine Bonamassa. Alcune testate e siti web hanno riportato che, sempre su VKontakte, lo stesso Bonamassa sia iscritto in diversi gruppi che si rifanno all'ideologia della destra sovranista così come all'estrema destra e all'alt right europea e mondiale. Un'inchiesta di Wired ha appurato che lo stesso uomo è un pensionato calabrese e che, stando a quanto dichiarato anche da lui stesso, ha ripreso la stessa immagine da un'utente italiana che sarebbe attiva su diversi 'gruppi sovranisti' di Facebook e di Vk.

In tal modo, l'uomo non dovrebbe rischiare legalmente nulla in quanto non è stato colui che ha fatto diffondere la foto segnaletica della capitana.

L'immagine era già stata diffusa da una nota agenzia di stampa nazionale

Nelle ultime ore il 'mistero della foto segnaletica' è stato affrontato anche dalla testata online diretta da Enrico Mentana 'Open' e, più precisamente, dal conosciuto debunker David Puente.

Stando a quanto scritto dallo stesso Puente, la presunta foto segnaletica di Carola Rackete non sarebbe stata caricata inizialmente da alcuni utenti italiani sul social russo. Difatti, al momento della condivisione su VKontakte la foto era già stata 'resa virale' dalla ben conosciuta agenzia di stampa italiana 'Adnkronos'. In tal modo, come sostenuto da Puente, la presunta 'pista russa' si starebbe decisamente sgonfiando e ora si dovrebbe fare chiarezza su chi sarebbero i veri responsabili della diffusione dell'immagine.

Su ciò, bisogna segnalare che la stessa Questura di Agrigento ha avviato un'indagine interna allo scopo di scoprire le 'talpe'. Inoltre, c'è da dire che la diffusione di tale foto è stata decisamente contestata mediaticamente anche per via del fatto che essa viola certe leggi italiane nonché l'articolo 8 del codice deontologico dei giornalisti.