La vicenda della presunta trattativa tra Gianluca Savoini, dirigente dell'associazione Lombardia-Russia, e fantomatici emissari russi è stata analizzata con cura da Gian Micalessin, storico inviato di guerra e firma di punta de Il Giornale, il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. Secondo la penna di Via Negri, troppe sarebbero le stranezze su come sia venuta alla ribalta la oramai nota intercettazione audio di una trattativa volta, in estrema sintesi, a ottenere una lauta provvigione in cambio di una vendita di petrolio all'Italia.
I sospetti del Giornale sulle tempistiche
I primi dubbi del cronista riguardano l'intercettazione audio: egli si chiede se sia stata acquisita da un qualche investigatore inviato a Mosca senza un mandato della magistratura e se, in virtù di questo, possa avere dignità di prova in un eventuale dibattimento giudiziario. Gian Micalessin focalizza poi la sua analisi sulle date: la prima è il 18 ottobre 2018, giorno in cui è avvenuta la registrazione audio dell'incontro al Metropol Hotel di Mosca. La seconda è il 24 febbraio 2019, giorno in cui il settimanale L'Espresso raccontò l'intera vicenda nei dettagli.
Nell'articolo del settimanale diretto da Marco Damilano si raccontava parola per parola quello che poi è diventato pubblico con l'audio reso noto dal sito americano Buzzfeed. Gli autori dello scoop dell'Espresso, Giovanni Tizian e Stefano Vergine, si trovavano, a loro dire, seduti in un tavolo adiacente a quello della trattativa tra Gianluca Savoini e gli uomini d'affari russi, e hanno raccontato di poter ascoltare chiaramente il dialogo tra di loro.
Come facevano a sapere in anticipo di quell'appuntamento di Matteo Salvini?
Gian Micalessin prosegue la sua analisi chiedendosi come facesse il giornalista Giovanni Tizian a sapere in anticipo di un appuntamento fuori agenda di Matteo Salvini con il vicepremier Dmitry Kozak, delegato agli Affari Energetici, tenutosi nello studio privato di un legale moscovita.
Il reporter dell'Espresso non racconta di aver seguito il Ministro dell'Interno, ma dice che i suoi spostamenti gli sono stati raccontati da terze persone, senza indicare chi siano realmente. Micalessin sospetta quindi che qualcuno tenesse sotto controllo le mosse della delegazione leghista guidata da Matteo Salvini.
Questa lunga serie di combinazioni, secondo l'editorialista del Giornale, farebbe supporre l'esistenza di una regia occulta, fin da subito in possesso degli audio. Essendo però inutilizzabili dal punto di vista probatorio, sarebbero stati fatti ascoltare agli inviati dell'Espresso con la speranza che il loro scoop potesse innescare un polverone giudiziario. Ciò non accadde e quindi la regia occulta avrebbe inviato il file audio originale a Buzzfeed, al fine di ottenere quello che non riuscì lo scorso febbraio: che il caso arrivasse direttamente alla Procura di Milano.
Nel frattempo, nella giornata di ieri, Gianluca Savoini di è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte ai Pm di Milano nell'interrogatorio di garanzia. La motivazione, secondo i suoi legali, è dovuta al fatto che preferiscono aspettare il deposito degli atti da parte della Procura per potersi confrontare su una base concreta.