Nell’ultima puntata stagionale di Quarta Repubblica, il talk show politico di Rete 4, il conduttore Nicola Porro decide di mandare in onda un servizio girato in Libia da due suoi collaboratori che dimostrerebbe come gli scafisti siano in rapporti, più o meno diretti, con Ong come Sea Watch e Open Arms, allo scopo di convincere i migranti a salire sui barconi diretti verso l’Italia. Gli autori dell’inchiesta riescono persino a mettersi in contatto con un trafficante di uomini che si fa chiamare Lokman, il quale attraverso i suoi canali social e un gruppo chiuso su Facebook, ha messo in piedi una vera e propria agenzia di viaggi della speranza.

Gli indizi sui presunti agganci tra scafisti e ong sembrano schiaccianti, ma nello studio di Porro non tutti la pensano allo stesso modo, come nel caso del giornalista mario giordano e del fumettista Vauro Senesi. Quest’ultimo punta il dito contro il governo italiano che aiuterebbe le autorità libiche corrotte. Giordano, invece, sembra avere pochi dubbi su quanto appena visto.

Mario Giordano all’attacco delle Ong: ‘Qui siamo di fronte a un reato’

Lo scoop di Quarta Repubblica sui presunti rapporti tra scafisti libici e Ong è appena terminato e, negli studi di Rete 4, si scatena un putiferio dialettico tra gli ospiti. A prendere per primo la parola è Mario Giordano, conduttore a sua volta di un altro talk show sulla terza rete Mediaset, Fuori dal coro.

“Sicuramente la garanzia di una sicurezza, del fatto che ci sono delle navi con cui i trafficanti sono in contatto costante - dichiara Giordano in riferimento al ‘pacchetto di viaggio’ offerto ai propri clienti migranti dagli scafisti - Che sia una telefonata, che sia il monitoraggio continuo sui social di quello che fanno, è una garanzia per chi parte.

Gli scafisti garantiscono che qualcuno li salverà e questa è la molla che fa partire tutti”. Insomma, Giordano si dice sicuro che rapporti più o meno diretti tra Ong e trafficanti di uomini esitano davvero.

Insomma, secondo Mario Giordano “in questo caso siamo davanti a una cosa palese. Qui siamo di fronte a un reato che fino ad ora non era stato dimostrato dalle procure che hanno indagato.

Però di fatto il meccanismo è talmente evidente che non c’è tanto da capire - prosegue nella sua analisi - e sinceramente mi sorprende anche che ci sia ancora qualcuno che osi difendere questo meccanismo che aiuta gli scafisti e attraverso la tutela degli scafisti e delle partenze tutela anche i naufragi. Non si tratta di naufragio ma di trasbordo di passeggeri pericoloso. Chiudere gli occhi significa di fatto favorire questo meccanismo e favorire le morti in mare”.

La risposta di Vauro: ‘Il nostro governo arma e finanzia i trafficanti’

A questo punto Vauro non regge più e sbotta. “Quello che ho capito dal servizio - spiega alterato il vignettista - anche se un po’ lo sapevo e l’ho anche detto in questa trasmissione, è che chi è veramente tutelato sono i boss dei trafficanti di esseri umani che hanno le loro mafie in Libia, che si chiamano milizie che noi armiamo e finanziamo.

Le motovedette che chiudono tutti e due gli occhi sono motovedette che gli dà il nostro governo. Questo viene fuori palesemente senza bisogno di telefoni e telefonini”. Ma Mario Giordano controbatte prontamente: “Il problema è che è vero che c’è una complicità delle Ong che in questo caso è denunciata con gli scafisti da parte delle forze libiche, però la complicità è esattamente nel senso opposto, nel senso che le motovedette aiutano a partire”. Vauro lo interrompe: “Quindi noi, la Politica di questo governo, sta aiutando la gente a partire”. Giordano allora si infuria. “Però se mi fai le domande ascolta le risposte - alzala voce rivolto verso il suo interlocutore - La risposta è che noi li dobbiamo aiutare a non farli partire. E quindi in questo caso quello che viene denunciato è una Guardia costiera corrotta che evidentemente non fa quello per cui noi la stiamo aiutando”.