A Helsinki, nell'Hotel Kamp, si è tenuto un incontro bilaterale Italia-Malta per affrontare la questione dei migranti. Al termine, il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato di tutti i principali temi politici del momento, in particolare dei presunti finanziamenti russi che sarebbero arrivati al Carroccio. Coglie quindi l'occasione anche per lanciare un improvviso ultimatum agli alleati di governo, a suo dire troppo critici nei confronti della Lega.
Il Caso Russia-Savoini
A quanto pare, alla fine, sarà innanzitutto il Premier Conte a riferire in Aula la situazione riguardante i presunti finanziamenti russi alla Lega. Da qui parte l'intervista a Salvini, ma il Ministro si dice subito sicuro di sé. Innanzitutto si domanda cosa abbia da riferire Conte sul tema, e poi promette che anche lui andrà a riferire in Parlamento quello che ha sempre detto sinora.
Salvini si dice infatti certo che nessuna indagine troverà mai né un euro né un rublo di provenienza estera nelle casse del Carroccio. Tutt'al più, ammette, potrebbero trovare la convinzione che sono necessari rapporti di amicizia tra Italia e Russia, dal momento che definisce Putin un "grande uomo di Stato" e le sanzioni al suo Paese "sbagliate".
Con ironia, poi, ricorda che "da due anni stanno dietro a Trump, senza trovare nulla, figuriamoci se non se la prendono con me". Su Savoini e D'Amico dice quindi di fidarsi. Se si dovesse apprendere che ci sono stati errori, annuncia che con lui chi sbaglia "paga doppio", ma prima vuole vedere la conclusione delle indagini.
I rapporti con il Movimento 5 Stelle
Sui rapporti con gli alleati di governo si dice invece infastidito dai molti attacchi ricevuti. Afferma che, al di là del singolo caso Russia, ogni giorno riceve critiche non soltanto dal Pd, come si aspetta, ma anche dal fronte pentastellato. Fa insomma passare l'idea che le polemiche siano sempre partite solo dall'altro fronte, anche se a onor del vero spesso non è stato così.
Alla domanda diretta su come pensa di andare avanti, Salvini quindi spiega che lo chiederà a Conte e Di Maio, ma aggiunge che ci sono importanti cose da fare: autonomia, riforma della giustizia e manovra. Proprio su questo, lancia un improvviso e inatteso avvertimento, dicendo che se si lavora su questi punti si va avanti, ma "con tre no cambia tutto". E alla conseguente domanda se, in caso contrario, cade il governo, replica che non bada alla sua convenienza immediata, ma che se le cose dovessero continuare in questo modo...". Batte quindi tre volte le mani, per far intendere che in tal caso crolla l'esecutivo.