La nave Ong Open Arms è nel Mediterraneo e porta con se oltre 100 migranti salvati, in più riprese, in mare. Chiede un "porto sicuro" ed è per questo che c'è attesa di capire se, ancora una volta, un'imbarcazione delle organizzazioni non governative proverà ad approdare in Italia, nonostante il pugno duro utilizzato da Matteo Salvini e dal governo italiano non paia destinato a cambiare il trend.
Al momento si è già conoscenza del divieto di ingresso nelle acque italiane che è stato firmato dai ministri dell'Interno, delle Infrastrutture Toninelli e della Difesa Trenta.
Ong, 124 persone a bordo della Open Arms
Sono esattamente 124 le persone che, allo stato attuale, si trovano a bordo della nave Ong. Il numero di persone a bordo e tratte in salvo è stato raggiunto grazie a due distinte operazioni. Una è avvenuta nella giornata di ieri, mentre l'altra ha avuto luogo nella notte tra l'1 ed il 2 agosto. Nella prima occasione hanno trovato ospitalità a bordo 55 migranti, nella seconda 69. Attraverso il proprio profilo, gli esponenti dell'organizzazione hanno reso pubblica la necessità di ricevere l'ok per l'approdo in un "porto sicuro".
Il fatto che poi aggiungano alcuni dettagli chiarisce quasi immediatamente il fatto che non ritengano quella libica una destinazione plausibile per quelle che sono le esigenze palesate. Nel mettere in evidenza le condizioni dei migranti riferiscono, infatti, come tra i naufraghi soccorsi ci siano due bambini piccoli, due donne in stato di gravidanza (una di nove mesi con contrazioni), ma soprattutto diverse persone con segni evidenti di torture subite in Libia.
Italia ha già emesso il divieto
Sono già stati inviate delle richieste d'aiuto al governo italiano. La risposta, però, è stata negativa, considerato che è già stato notificato un perentorio ordine di divieto d'ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane.
Si tratta di un provvedimento che, in questi casi, viene sottoscritto dai tre ministri interessati alla vicenda: ossia Matteo Salvini per l'Interno, Danilo Toninelli per i Trasporti e le Infrastrutture ed Elisabetta Trenta per la difesa. Al momento non si conosce quale sarà la direzione che la nave intenderà prendere. In genere la Open Arms privilegia le rotte che portano verso le coste iberiche, ma non è escluso che possa far valere la legge del mare e del "porto sicuro più vicino" che rendere plausibile un eventuale scelta di spostarsi verso l'Italia. Attenzione, perché, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano, anche Madrid è pronta a multare le Ong fino a novecentomila euro se "i salvataggi sistematici" dovessero proseguire. Presto, dunque, la Spagna potrebbe valere l'Italia in quanto a rischi economici e legali per le Ong.