La discussione politica in merito al nuovo codice della strada è iniziata ormai dall'inverno scorso, quando si affacciarono le prime proposte di riforma. In particolare nel mese di aprile si aprirono alcuni spiragli in Commissione Trasporti per tutelare maggiormente chi utilizzi le biciclette come mezzo di trasporto quotidiano o per passione sportiva. Molto si è fatto e si è lavorato per aumentare la sicurezza, dando importanza a questa importante alternativa nella mobilità urbana. Ad oggi però giunge la notizia riportata dalla testata specializzata CyclInside di un congelamento delle nuove norme da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, andando di fatto contro alle attività della Commissione che le aveva approvate.

Ciclismo, le nuove regole del codice della strada 'congelate' dal Ministero dei Trasporti

Una notizia che lascia sgomenti i tanti appassionati di questo sport ma non solo, dal momento che sono migliaia gli italiani che utilizzano la bicicletta per piccoli spostamenti in città. La tanto sbandierata mobilità green ancora non convince e vede qualche esponente politico che rema contro alla sicurezza dei ciclisti, rallentando alcuni procedimenti molto interessanti.

Tra tutti viene congelata la norma che obbliga l'automobilista a sorpassare il ciclista a 1,5 metri di distanza, per altro norma già vigente in alcuni Stati dell'Unione europea. Altra regola che è stata messa in congelatore è quella che vede le biciclette poter circolare nel centro storico anche contromano dove presente la famosa Zona 30, così da poter aggirare il traffico urbano.

Una non-notizia che delude molti appassionati di bicicletta che vedevano nella distanza minima di sorpasso di 1,5 metri una volontà da parte del legislatore di impegnarsi nella difesa di una categoria fin troppo maltrattata. Forse il timore del mancato controllo e della difficile applicabilità delle norme hanno portato allo stop, che si spera solo momentaneo.

Ciclisti, sulle nostre strada una strage senza fine

Dalla comunità di ciclisti si alza forte un grido nel cercare di migliorare le loro condizioni sulla strada, alla luce anche degli ultimi dati. Da uno studio commissionato dall'AGI in Italia nel 2018 c'è stato un ciclista deceduto sulle nostre strada ogni 32 ore. Grande spinta a questo triste dato è arrivata anche dalla diffusione della bicicletta come mezzo di trasporto in città, infatti negli ultimi anni i morti in bici in città per incidenti è aumentato del 9,2% rispetto agli ultimi anni.

Una strage senza fine che nel 2018 ha visto oltre 250 decessi in bicicletta per eventi delittuosi dove la poca sicurezza insieme alla non curanza degli automobilisti hanno contribuito a questa che si può tranquillamente definire 'Una carneficina'. La speranza è che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sblocchi le nuove norme e che dia un segnale chiaro a tutti gli utenti della strada: la vita vale più di un sorpasso azzardato.