Luigi Di Maio è stato ospite nel corso della prima puntata dell'edizione 2019-2020 del Maurizio Costanzo Show. La storica trasmissione Mediaset condotta dal noto giornalista è stata l'occasione in cui il ministro degli Esteri ha potuto esprimere le proprie idee con toni più distesi da quelli delle tradizionali tribune o talk show politici. L'appuntamento è stato comunque proficuo per soffermarsi su alcuni aspetti legati all'attualità che, in qualche modo, rendono l'opinione del capo politico del Movimento Cinque Stelle autorevole.

Si è ripercorsa, inoltre, tappa dopo tappa la carriera politica che, a soli 33 anni, lo vede già con un passato da vice presidente della Camera dei Deputati, da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico e di numero uno della Farnesina. E, inoltre, non sono mancati i riferimenti relativi ad altri protagonisti della scena politica come Matteo Salvini, tacciato di inaffidabilità, e Giuseppe Conte, di cui DI Maio si è detto orgoglioso suscitando anche una reazione da interpretare del pubblico.

Di Maio non ancora premier

Luigi Di Maio, nel corso del Maurizio Costanzo Show, ha rivelato che da piccolo sognava di fare il poliziotto.

Nel tempo, però, con l'approdo alle scuole superiori e all'università ha maturato la voglia di fare politica andando a rivestire ruoli di una certa importanza all'interno degli organi di rappresentanza studentesca. Più di dieci anni fa, invece, si è cimentato nell'avventura grillina, quando ancora di disconosceva l'etichetta di "Movimento Cinque Stelle". Maurizio Costanzo ha provato a pungolarlo sul fatto che, pur avendo rivestito diversi ruoli importanti, gli manchi ancora quello di Presidente del Consiglio. "Non dipende solo dalle mie volontà" ha risposto con un sorriso Di Maio, prima di aggiungere: "L'ambizione non deve essere quella di arrivare a ricoprire una ricarica, ma essere messo in condizione di cambiare le cose per gli italiani"

Di Maio lamenta la scarsa affidabilità di Salvini

A quel punto DI Maio rivela come, in realtà, abbia già rinunciato due volte alla possibilità di fare il capo del governo.

"Ho rinunciato - ha detto - la prima volta perché mi si chiedeva di fare un'alleanza con un centro-destra con Berlusconi, con cui non andavamo d'accordo. La seconda volta è stata quest'estate, me lo ha chiesto Salvini". Nella seconda circostanza ha detto di aver declinato, poiché non avrebbe trovato affidabile un interlocutore che solo pochi giorni prima aveva fatto cadere il governo senza fargli neanche una telefonata. Un passaggio per il quale Di Maio non ha rimpianti, soprattutto per un motivo preciso: "Sono contento, perché con quel passo indietro abbiamo dato all'Italia un presidente del consiglio come Giuseppe Conte di cui sono molto orgoglioso".

Le parole generano un certo mormorio e rumoreggiare del pubblico.

Non è dato sapere se si tratta di poco apprezzamento nei confronti del premier o di scarsa fiducia nelle parole di Di Maio, considerato che alcune indiscrezioni politiche ritengono che il premier sia indigesto al ministro degli Esteri poiché rischierebbe, nel tempo, di diventare il vero candidato alla presidenza del Consiglio dei Ministri.

A calmare le acque ci ha pensato, però, Maurizio Costanzo sottolineando come, al di là dell'espressione del pubblico, ognuno può avere le sue opinioni.