Carola Rackete è tornata in Italia. La ex capitana della Sea Watch 3, l’imbarcazione dell’omonima Ong tedesca, è divenuta nota nel nostro Paese per aver fronteggiato a viso aperto le politiche sull’immigrazione dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Nel giugno scorso gli italiani si sono divisi tra chi dava ragione al leader della Lega, fautore dei porti chiusi ai migranti, e coloro i quali hanno visto nella giovane Carola il simbolo della lotta contro il razzismo e in favore dell’accoglienza.

La Rackete risulta ancora sotto processo per i fatti di Lampedusa, ma anche Salvini è stato destinatario di una querela a causa dei suoi giudizi non troppo teneri sulla capitana tedesca. Ora, Carola Rackete è giunta a Milano per presentare il suo ultimo libro, invitata dalla Fondazione Feltrinelli e dall’eurodeputato del Pd Pierfrancesco Majorino. Nell’occasione ha incontrato, sotto strettissime misure di sorveglianza, i membri della rete People e di Casa Comune. Non sono mancate neppure le reazioni social, molte negative, alla sua ‘vacanza milanese’.

Carola Rackete alla Fondazione Feltrinelli di Milano per presentare il suo libro

Si intitola ‘Il mondo che vogliamo’ la prima fatica letteraria di Carola Rachete, da poco pubblicata dalla casa editrice Garzanti. Per lanciarlo la Rackete ha scelto la sede della Fondazione Feltrinelli, invitata, come detto, dall’europarlamentare dem Majorino. Ad ascoltarla, nella giornata di giovedì 21 novembre, c’erano circa 200 esponenti e volontari di People e Casa Comune. Carola ha deciso di non pronunciare mai il nome del suo ‘nemico’ Matteo Salvini, ma ha denunciato il fatto che l’attenzione dei mass media sui naufragi dei migranti sia scesa notevolmente negli ultimi mesi, anche se “la loro situazione nel mare è rimasta la stessa, anche se nessuno oggi se ne occupa”.

La capitana della Sea Watch denuncia: ‘Vittima dell’hate speech’

Ma il particolare che ha attirato l’attenzione di molti riguarda il fatto che Carola Rackete, come riferito da Repubblica, sia giunta nel capoluogo lombardo protetta da una nutrita scorta di agenti di polizia e sotto strettissime misure di sorveglianza, come testimoniano i metal detector posti all’ingresso della sala dove ha tenuto la sua conferenza. “Venire in Italia comporta ancora qualche rischio per me e per questo ho aspettato così tanto prima di tornare dopo quest'estate”, ha ammesso lei stessa rivelando di essere stata costretta ad “adottare qualche misura di sicurezza”, anche se il fatto non è sembrato preoccuparla. La Rackete ha denunciato anche per l’ennesima volta di essere vittima del cosiddetto hate speech, ovvero gli insulti sui social network che la mettono come bersaglio non solo in Italia, ma anche in Germania e Gran Bretagna.

Lei, comunque, si dice molto più preoccupata di “razzismo, discriminazioni e ingiustizie sociali”, piuttosto che delle minacce degli hater. La nemesi di Matteo Salvini ha chiuso il suo intervento con un presagio non troppo fausto per gli italiani: “I nostri confini sono chiusi, ma sempre più persone saranno costrette a lasciare le loro terre e le loro case”.