Nicola Porro è intervenuto sull'astensione del centrodestra in merito alla proposta di istituire una commissione monocamerale di controllo per combattere il razzismo, l'antisemitismo e ogni altra forma di istigazione all'odio.

La Commissione Segre (dal nome della senatrice a vita Liliana Segre, deportata nel campo di concentramento di Auschwitz da bambina e sopravvissuta all'olocausto) è stata approvata dal Senato con 151 voti favorevoli e 98 astenuti, tutti tra le fila dei partiti del centrodestra. Secondo il vicedirettore de Il Giornale questo è stato un errore perché avrebbe dovuto esprimere un voto contrario.

Le parole di Nicola Porro: 'Quella è la commissione di Orwell'

La scelta del centrodestra di astenersi sul voto al Senato in merito alla proposta d'istituzione della Commissione Segre ha suscitato molte polemiche, in primis da parte della Comunità Ebraica. L'astensione in questo caso è da interpretare come una manifestazione di contrarietà, ma secondo il giornalista Nicola Porro i vari Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia hanno sbagliato nel compiere questa scelta. A suo avviso, infatti, avrebbero dovuto votare "no" alla mozione n° 136 che proponeva proprio l'introduzione della commissione voluta fortemente dalla senatrice milanese.

Il conduttore di Quarta Repubblica ha espresso il proprio pensiero tramite il suo canale YouTube, e le sue affermazioni sono state piuttosto chiare: "Il centrodestra avrebbe dovuto votare contro, non astenersi, avrebbe dovuto avere il coraggio liberale di dire che quella è la commissione di Orwell, che quelli sono degli ipocriti".

Subito dopo ha aggiunto che insieme alla senatrice a vita Segre: "Ci sono quelli che pensavano che lo Stato di Israele dovesse crepare".

Inoltre, commentando alcuni recenti articoli scritti contro Giorgia Meloni, ovvero quelli di Merlo su La Repubblica e di Selvaggia Lucarelli su Il Fatto Quotidiano, ha ricordato che non ci sarà una commissione parlamentare a difendere la leader di Fratelli d'Italia, bensì il suo avvocato ed eventualmente la magistratura.

Il giornalista romano ha citato anche il collega Gad Lerner che lo ha definito un fascista e razzista, dicendo che di questa vicenda non se ne dovrà occupare una commissione, ma le leggi esistenti che sanciscono questi reati.

'Ci sono leggi sufficienti'

"Iniziamo con le leggi al contrario contro le opinioni che oggi non vanno, e poi sarete voi l'oggetto della stessa legge.

Siamo un paese in cui l'ordine dei giornalisti mi dice quali sono le parole giuste per definire i migranti. Li posso definire profughi? Il governo e il Parlamento hanno fatto una sciocchezza e il centrodestra ha sbagliato".

Da liberale, Porro non vuole che sia messa in pericolo la libertà di parola, sottolineando come, in merito agli insulti, alle minacce e all'istigazione all'odio esistano già delle leggi: "In un paese libero non c'è una commissione di politici che dica ai giornalisti, ai privati, agli individui e a chiunque di poter scrivere quello che vogliono e quanto vogliono - ha rimarcato il giornalista capitolino - Ci sono già leggi sufficienti, la diffamazione, l'incitazione all'odio razziale".

Infine ha messo in guardia dalla creazione di una commissione che intende combattere l'odio, perché rischierebbe di andare a ledere la libertà di parola, facendo un paragone - forse azzardato - con 1984, romanzo distopico di George Orwell: "Volete affidare le vostre opinioni a un politico? Ecco, se volete fare quella cosa là siete Orwell, non siete dei liberali, mi fate orrore".