Dure critiche a Giorgia Meloni: la prima arriva da Selvaggia Lucarelli, che in un articolo sul Il Fatto Quotidiano definisce la Politica di Fratelli D'Italia come una leader "da discount". E poi arrivano anche le parole della scrittrice Michela Murgia, che attacca la concezione che Meloni ha del crocifisso e del presepe, ritenuti dei "marcatori culturali" che userebbe come arma.

Le parole di Selvaggia Lucarelli

Molto dure le parole della giornalista Selvaggia Lucarelli contro Giorgia Meloni: nel suo articolo sul Fatto Quotidiano viene dipinta come una "leader da discount".

Se il suo alleato di centrodestra Salvini sa cavalcare la paura, lei invece "cavalca il coraggio" perché dice la prima cosa che le passa per la mente, nello stesso modo in cui le viene. Se Salvini parla alla pancia dei cittadini italiani, "lei parla all'intestino crasso". Se il leader della Lega si esprime come un cittadino medio al bar, Meloni parla invece come un cittadino medio dopo il sesto prosecco.

E i paragoni non finiscono qui: se Salvini si fa le foto con i piatti di carbonara, lei sembra piuttosto preoccuparsi del menu a base di cous cous delle mense scolastiche. "Quella che se Salvini muove le pedine della sua comunicazione guidato da Morisi e la Bestia, lei è La Bestia". Bestia nel senso che possiede "talento istintivo e impetuoso".

Salvini è populismo, lei invece è il popolo, riferendosi così ai suoi aspetti più crudi e bassi.

Oltre alla critica, sagace e ficcante, Lucarelli riconosce però la sua ascesa nella politica italiana. Così facendo infatti continua a rubacchiare voti alla Lega di Salvini dopo ogni mese, dopo ogni comizio e discorso pubblico. La sua è "un’ascesa low budget" ed il suo consenso cresce sempre più, in modo particolare dopo il voto regionale in Umbria.

Le critiche di Michela Murgia

Altre critiche a Giorgia Meloni arrivano dalla scrittrice Michela Murgia: ospite del programma L'assedio, in onda su Nove e condotto da Daria Bignardi, viene messo in discussione il suo cristianesimo e il suo essere cristiana. Secondo Murgia quando parla del crocifisso e del presepe non parla di valori evangelici ma di "marcatori culturali" che vengono utilizzati come dei "corpi contundenti", contro un'idea di cristianesimo più umano, inteso come religione aperta e accogliente e che è capace di dialogare con gli altri culti.

Nella sua vita personale Meloni ha fatto scelte non congruenti con quell'idea di famiglia cristiana che lei difende sempre con ostinazione: non è una critica alla sua vita privata, rispetta le sue scelte perché "ognuno deve essere libero di vivere la vita come vuole", ma nel momento in cui vuole imporre alle altre persone un modello di vita che non viene rispettato da lei stessa, si avverte una contraddizione, quello che Murgia definisce "cortocircuito".