9 Ottobre, 4 del pomeriggio. I caccia turchi lanciano raid su aerei civili. Così inizia l'operazione "Sorgente di pace". La Turchia apre ufficialmente un altro fronte di guerra in Siria. A distanza di poco più di un mese dall'inizio dell'operazione iniziano i rimpatri dei combattenti ISIS. Attualmente vi sarebbero 1.200 foreign fighters detenuti nelle prigioni turche, di cui alcuni proverebbero da Paesi occidentali. Altri 287, in gran parte stranieri, sarebbero stati catturati durante l'ultimo mese di invasione del territorio siriano.
La questione siriana
Ma cosa sta succedendo in Siria? Il Paese viene attaccato dalla Turchia nella zona Nord-Est. Si tratta del territorio dei curdi, popolo diviso tra Turchia, Siria, Iraq e Iran; da anni in cerca di un riconoscimento ufficiale nella comunità internazionale. La popolazione curda è da sempre stata in prima linea nella lotta contro l'ISIS e ora si trova a dover affrontare un altro attacco. Stavolta, però, l'invasore non è un gruppo terroristico, ma un paese Nato.
Questa operazione da parte della Turchia può essere spiegata con diverse versioni, ufficiali e non. L'obiettivo, innanzitutto, è quello di creare un corridoio, largo 30 km e lungo 400, che colleghi la Turchia e l'Iran attraverso la Siria.
L'intenzione di Erdogan è quella di riversare nel territorio curdo due milioni di profughi siriani presenti in Turchia. Il governo turco ha già presentato un piano da 27 miliardi per la costruzione di villaggi, scuole, ospedali e moschee che dovranno ospitare i rifugiati.
La ragione ufficiale di questo enorme tentativo di sostituzione demografica è quella di mitigare il clima di odio verso l'immigrazione presente nel Paese, oltre che lottare contro quello che Erdogan definisce "terrorismo curdo".
Ma già da tempo si parla di motivazioni economiche legate al rilancio del settore edilizio. Il business della ricostruzione in Siria è un affare importante su cui il governo turco vuole avere il controllo e per il quale sono già stati chiesti finanziamenti all'Europa.
Al di là delle motivazioni, ciò che rimane è un mese di attacchi alle città di frontiera a maggioranza curda.
Nel frattempo, le prime potenze internazionali hanno cominciato ad intervenire sulla questione. Dopo l'intesa russo-turca firmata a Sochi lo scorso 22 Ottobre, la Russia ha iniziato a pattugliare parte del territorio insieme alle milizie turche. Le truppe americane invece di ritirarsi, come annunciato, per ora si sono solo spostate verso una zona più interna del paese, a presidio di alcuni pozzi petroliferi.
Iniziano i rimpatri
Oggi la Turchia ha rimpatriato il primo combattente ISIS presente nelle sue carceri. Si tratta di un cittadino americano. Il portavoce del Ministero dell'Interno turco, Ismail Catakli, fa sapere che entro oggi verranno espulsi anche un terrorista foreign fighter tedesco e uno danese.
Non sono state rilasciate altre informazioni per poter identificare i due jihadisti. Inoltre Il governo di Ankara ha comunicato che nei prossimi giorni si procederà al rimpatrio di altri 15 combattenti ISIS: 11 francesi, 2 tedeschi e 2 irlandesi.