Durante il programma 'Dimartedì', in onda ieri sera su La7, il direttore di 'Libero' Pietro Senaldi ha incalzato il leader del movimento delle sardine Mattia Santori, sulla partecipazione alla manifestazione milanese dello scrittore Roberto Saviano. Per il giornalista, Saviano è un violento dal punto di vista verbale e le sardine, che si dichiarano contro la violenza verbale, non avrebbero dovuto invitarlo.

Santori attaccato da Senaldi

Il direttore di Libero ha provato a mettere in difficoltà Mattia Santori. evidenziando la scarsa presenza delle sardine a Taranto e la presenza di Saviano a Milano: "Se volete essere una piazza diversa e non violenta verbalmente cosa ci faceva Saviano a Milano?

Saviano è vecchio e violento verbalmente", ha affermato Senaldi. E sulla manifestazione di Taranto il giornalista ha sottolineato che sia stato più facile radunare molte persone a Milano, città ricca e benestante, piuttosto che in una città sofferente come quella pugliese. "A Milano domenica c'è stato il pieno della piazza, a Taranto poca gente. A Milano la gente sta bene, a Taranto male. Non sarà - ha detto Senaldi - il fatto che siete anti e anti e non avete niente da dire, e poi la gente che ha bisogno non viene in piazza ad ascoltarvi? "

Santori tira dritto e risponde agli attacchi

Immediata è stata la risposta di Mattia Santori, che ha mantenuto la sua calma abituale. In merito alla manifestazione di Milano ha spiegato: "Se Saviano fosse stato una sardina lo avremmo corretto quando era cascato nella trappola..." E poi ha aggiunto, in merito alla presunta violenza verbale dello scrittore: "Da li a sostenere che Saviano è violento mi sembra un attimo un associazione è un po' coraggiosa..."

E quando il conduttore Floris gli ha chiesto cosa intendesse con trappola, Santori ha sottolineato che "Non si deve cadere nella trappola di rincorrere Salvini e la Lega sugli insulti e su questa retorica dell'odio".

A prevalere infatti deve essere altro secondo il leader delle sardine: "Noi ci siamo sempre schierati per qualcosa di altro, abbiamo sempre preferito il sorriso e la creatività, non è un caso che nelle nostre piazze ci sono tanti sorrisi e tanta creatività. Poi è chiaro che c'è un po' di follia.. meglio instaurare un nuovo percorso che inseguire qualcos'altro, tant'è che alla fine Salvini ha iniziato a inseguire noi".

Sulla manifestazione di Taranto, invece, ha sottolineato le difficoltà di una comunità sofferente: "A Taranto io c'ero quindi posso parlarne con coscienza. Anche io quando ho visto i numeri mi son stupito, poi ho scoperto qualcosa: le comunità che hanno sofferto a Taranto hanno difficoltà nel riunirsi. E a noi che non abbiamo vissuto la cattiva Politica ci sembra tutto più facile. Dove c'è sofferenza il processo è più lento".