Il pronostico è stato rispettato. Affluenza elettorale molto alta in Emilia Romagna, mentre in Calabria si registra un leggero aumento dell'0,16% in più rispetto alle consultazioni regionali scorse. E' da registrare la prova elettorale positiva del Pd, vincente su tutta la linea con Bonaccini, confermato presidente per la seconda volta con un buon margine rispetto al suo avversario. Pur perdendo con Callipo a vantaggio della Santelli come candidatura alla presidenza, anche in terra calabrese il partito di Zingaretti è arrivato primo. Crollo dei 5 Stelle in tutte e due le regioni, segno che la politica anti - sistema ha segnato il suo passo.

Forza Italia, nonostante il calo, tiene comunque la scia dei suoi alleati di coalizione Salvini - Meloni. Ma il vero sconfitto è proprio Salvini, che adesso non può "citofonare" a Palazzo Chigi per dare lo sfratto a Conte, il quale può tirare un sospiro di sollievo nella tenuta del governo, nonostante la batosta elettorale subita dai grillini.

La riconferma di Bonaccini come governatore dell'Emilia Romagna

Qui gli scrutini sono completati, ed è arrivata l'ufficialità della vittoria del governatore uscente Stefano Bonaccini. Se il leader leghista ci ha provato in tutti i modi a portare a casa questa vittoria, inventandosi anche i "citofoni" per attirare l'attenzione degli elettori, non è tuttavia riuscito nel suo intento.

Il candidato da lui proposto per questa tornata, la Borgonzoni, ha dimostrato nel corso della campagna elettorale una evidente debolezza rispetto al suo avversario. D'altra parte 70 anni di buon governo della rossa Emilia non si cancellano con un tratto di spugna e, nonostante tutti i limiti attuali del centro sinistra, gli elettori hanno scelto la continuità amministrativa.

Per Salvini il rammarico di non aver posto una nuova bandierina del centrodestra nel Nord, mentre da registrare il crollo del candidato pentastellato Benini Simone: i politici seguaci di Beppe Grillo questa volta hanno pagato un severo dazio alle giravolte politiche dell'anno scorso. Tanto che non si sono confermati ai livelli del 2018.

Un chiaro segnale agli attenti osservatori di dinamiche politiche che il movimento politico anti - casta ha segnato il punto di svolta. I votanti sono stati 2.373.974 , pari al 67,67%, ed hanno premiato il Partito Democratico, in cima a tutti gli altri con il 34,6% delle preferenze, primato riconquistato dopo due tornate elettorali, primato sottratto dai Cinque Stelle nel 2018 alle Politiche e alle Europee del 2019 dalla Lega, arrivata questa volta solo seconda con il 31,9%. A seguire Fratelli d'Italia con l'8,6%, la lista Bonaccini presidente con il 5,7%. I Cinquestelle 4,7% dal 27% di due anni fa, segno evidente di un tonfo politico che ha del clamoroso, tanto che il candidato presidente non è stato eletto nella sua circoscrizione.

Forza Italia ha fatto anche peggio: 2,59%. La nota curiosa riguarda Bibbiano: nonostante la propaganda leghista fatta in questa città, il PD supera il 40% e Bonaccini addirittura il 56,7%. Le ripartizioni per coalizione prevedono il centrosinistra con 28 seggi più Bonaccini, 18 seggi per il centro destra, inclusa la Borgonzoni, ed infine due seggi per il M5S.

La signora della Calabria porta alla vittoria il centrodestra

In terra calabrese gli scrutini elettorali si sono chiusi con molto ritardo, ma il vincitore, o meglio la vincitrice, visto che si tratta di una "lady", è cosa più che certa. Il leader del suo partito, Silvio Berlusconi, la battezzata la "signora della Calabria" e l'ha scelta, nonostante qualche mese fa, a costo di spaccare il partito per metterla davanti a tutti, Si sa il debole per le donne per il Cavaliere e lei fa certo onore alla bellezza femminile.

Ma ha anche qualcos'altro: ossia è una bella testa pensante e una grande determinazione. Si chiama Jole Santelli ed ha vinto con pieno merito le elezioni regionali in Calabria, con una percentuale più che ragguardevole, ossia contro l'industriale del tonno Filippo Callipo detto Pippo. Le percentuali non ammettono alcuna sorta di discussione: 55,29% contro il 30,14%. Nulla da fare per gli altri due candidati, il grillino Francesco Aiello che si attesta intorno al 7,32%, e il civico Carlo Tansi detto Tanzi con la percentuale del 7.22%. Per loro due nessuna rappresentanza nel parlamentino regionale, perché la legge elettorale prevede la conquista di un seggio con un quorum almeno dell'8% in coalizione.

Il centrosinistra perde così, a vantaggio del centrodestra, una regione che certamente nella precedente "governance" regionale di Mario Oliviero non ha lasciato risultati significativi. Mentre per il centrodestra, dopo cinque anni di opposizione, adesso può tornare a gestirne effettivamente l'amministrazione. Anche qui il Pd ha conquistato la palma di primo partito con il 16,3% delle preferenze, seguito a ruota da Forza Italia con il 12,8%, Lega con il 12,1% e Fratelli d'Italia con l'11,2%. Meglio i Cnque Stelle, che hanno raggiunto la percentuale del 6,2%, ma sempre comunque una flessione elettorale più che annunciata. L'affluenza al voto è stata del 44,32% con la partecipazione di 840.563 cittadini che hanno esercitato il loro diritto.

La ripartizione dei seggi è la seguente: 18 seggi più la Santelli per il totale di 19 al centrodestra, mentre per il centrosinistra 10 seggi totali.

Le reazioni della politica

Ovviamente il più deluso di questo risultato è il capo leghista, che ha sperato fino all'ultimo di chiedere al premier Conte di sgomberare palazzo Chigi; mentre per Nicola Zingaretti, segretario nazionale del PD, un risultato più che positivo, visto anche come certi flussi elettorali sono andati in suo favore. Oltre ai Cinque Stelle, Forza Italia continua ad essere la cenerentola del centrodestra, anche se con la conquista della presidenza calabrese di uno dei suoi rappresentati, comunque tira un sospiro di sollievo. Ma questa è stata solo la prima delle prove elettorali che hanno riguardato le regionali, in attesa dei prossimi appuntamenti, a cominciare dalla Campania, dove De Luca contende a Caldoro l'ambitissima poltrona di presidente della regione.