Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan non permetterà più ai migranti l’ingresso in Grecia, e dunque in Europa, attraverso il Mar Egeo, al contrario di quanto dichiarato la settimana scorsa. Diversamente, per quanto riguarda l’attraversamento del confine via terra, la posizione turca sembra rimanere invariata, dunque ai migranti viene permesso di arrivare alla frontiera con la Grecia. Questa dinamica continua a provocare diversi scontri proprio nel confine greco-turco, in quanto la Grecia si oppone all’ingresso dei migranti recentemente arrivati al confine.

Secondo quanto riportato dall’agenzia i stampa 'AFP', il premier greco Kyriakos Mitsotakis avrebbe accusato Ankara di star “supportando” una nuova ondata di persone disperate che si stanno accumulando al confine tra i due paesi. Mitsotakis ha inoltre riferito che, a parer suo, “l’accordo stipulato con la Turchia sulla gestione dei migranti è sostanzialmente morto, dato che la Turchia ha deciso di violarlo completamente, a causa di ciò che è accaduto in Siria"

L’accordo del 2016 tra Ue e Turchia

La Turchia aveva infatti accettato di impedire ai migranti di raggiungere la Grecia in cambio di sei miliardi di euro, come finanziamenti per la gestione delle persone trattenute nel proprio paese.

Numerose tensioni tra Erdogan e l'UE erano già scaturite da tale accordo, ma la settimana scorsa la situazione è velocemente degenerata.

In seguito ad un assalto da parte delle forze siriane e russe nella città di Idlib (Siria nord-occidentale), un milione di nuovi migranti siriani si è aggiunto ai 3,7 milioni già amministrati dalla Turchia nel proprio territorio. Inoltre, l’attacco è stato portato avanti nei confronti dei ribelli siriani, in parte supportati dalla Turchia.

Nonostante le proposte da parte dell’Unione Europea di inviare ulteriori fondi per la gestione dei migranti, la Turchia ha deciso di interrompere le operazioni di sorveglianza e mantenimento dei migranti siriani, permettendo loro di accedere al confine con la Grecia.

Gli scontri alla frontiera

Venerdì 6 marzo sono stati riportati alcuni scontri al confine di terra tra Grecia e Turchia.

Numerose persone hanno tentato di attraversare la frontiera facendosi strada tra le recinzioni. Successivamente, però, hanno protestato pacificamente invocando alla libertà e all’apertura dei “cancelli”.

La “AFP news agency” riporta che molti individui coinvolti direttamente nella vicenda hanno comunicato di essere stati incitati ad attraversare illegalmente il confine per raggiungere la Grecia.

Nella sera di sabato, il centro di accoglienza per migranti rifugiati "One Happy Family" nell'isola greca di Lesbo è stato colpito da un incendio. Secondo le autorità greche non è chiaro cosa abbia causato il divampare delle fiamme. Negli ultimi giorni si sono manifestate crescenti tensioni all'interno dell'isola, in seguito all'insolito aumento del numero di sbarchi.

La posizione politica dei leader internazionali

L’opinione della leadership greca è che la Turchia stia manipolando i migranti in questione ai fini di pressioni diplomatiche nei confronti dell’Unione Europea. Il Presidente turco ha infatti utilizzato più volte in passato i migranti trattenuti sul proprio territorio come strumento diplomatico contro l'Ue.

L’Alto Rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell ha dichiarato che il confine non è aperto e ha invitato i migranti ad evitare di andare verso una “porta chiusa”.

Secondo quanto dichiarato dall’ufficio del Presidente turco Erdogan, il cessate il fuoco ad Idlib non avrebbe avuto effetto sulla posizione turca relativa al passaggio dei migranti verso la Grecia in quanto questa sarebbe legata al mancato rispetto, da parte dell’Unione Europea, dei termini concordati nell’accordo del 2016.

In aggiunta a ciò, Ankara ha ufficialmente accusato la Grecia di star utilizzando violenza ingiustificata nei confronti dei richiedenti asilo, cosa ripetutamente smentita da parte delle autorità greche.