Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è espresso ieri, in un'intervista alla Nbc (tv americana) sull'emergenza Coronavirus. Il premier proferisce delle parole che lasciano trasparire un grande senso di responsabilità: "La risposta dell'Italia all'emergenza forse non è stata perfetta" - ammette il premier, spiegando - Noi però abbiamo agito al meglio sulla base della nostra conoscenza e il modello italiano ora è stato preso, come punto di riferimento da altri Paesi e riconosciuto anche dall'Oms, siamo sulla buona strada". Il premier, nell'ammissione delle colpe, si riferisce probabilmente alla dichiarazione dello stato di emergenza del 31 gennaio che non ha avuto adeguato seguito.

Un commiato alle vittime

"Mi permetta di chiedervi come state gestendo questo periodo difficile? So che lei ha perso anche il suo bodyguard". Esordisce con questa domanda il giornalista americano, riferendosi all'episodio della morte per coronavirus dell'agente della scorta di Conte, un paio di giorni fa. Il Presidente del Consiglio gli risponde che questa perdita è stata terribile per lui e aggiunge: "Ma stiamo soffrendo molto di più per le nostre 15 mila vittime. È un dolore devastante per la nostra società e la nostra nazione". Parole toccanti, per un bilancio pesante, riguardante il Paese che ha vissuto per secondo l'emergenza coronavirus, dopo la Cina. Giuseppe Conte coglie qui l'occasione per ringraziare il Presidente Donald Trump per la vicinanza e il supporto che gli Usa hanno dimostrato all'Italia in questa occasione.

Conte non riesce a definire quando finirà il 'lockdown'

Il premier ha poi ribadito che in questo momento non possiamo dire quando terminerà la 'serrata' e che si continuerà a seguire le indicazioni del comitato tecnico scientifico in merito. "I risultati ci dicono che ora siamo sulla strada giusta", asserisce il premier riferendosi alla riduzione del numero dei contagi da Covid-19 di questi ultimi giorni.

Giuseppe Conte, a questo proposito invita tutti i cittadini ad ottemperare all'obbligo di restare in casa e se proprio si dovesse verificare l'esigenza di uscire, per commissioni inderogabili raccomanda loro l'utilizzo dei dispositivi di sicurezza.

Stop alle guerre

Il giornalista chiede a Conte notizie in merito alla possibilità di far tornare al lavoro, previo test, soltanto i soggetti che abbiano sviluppato gli anticorpi per il coronavirus.

Il premier di tutta risposta: "Penseremo anche a quello, ma adesso stiamo fronteggiando un nemico invisibile. In questa guerra ci sono tutti e noi siamo in trincea". Conte invita tutte le nazioni a cooperare e collaborare, perché "è strategico che ci sia una collaborazione internazionale". Il suo appello è "cessate il fuoco": occorre stoppare tutte le guerre perché c'è un nemico che ora ci accomuna: il coronavirus.