Il rischio di contrarre il Covid-19 nelle aziende è molto elevato. In vista della fase 2 e per garantire la sicurezza dei lavoratori l'Inail ha indicato in un documento tecnico, ora al vaglio del governo, quali misure dovranno attuare le attività produttive e i negozi per ripartire. Tra queste, l'Istituto individua misure organizzative per la rimodulazione degli spazi e la riorganizzazione dell'attività lavorativa, misure di prevenzione e protezione con sanificazione quotidiana degli ambienti, oltre che misure mirate per scongiurare il rischio di nuovi focolai di epidemia.

Da osservare, fra l'altro, l'obbligo di mascherina e il controllo quotidiano della temperatura attraverso termoscanner.

L'Inail avverte: 3 variabili per le classi di rischio

Secondo il documento tecnico dell'Inail, il rischio da contagio da SARS-CoV-2 sui luoghi di lavoro può essere classificato secondo tre variabili. La prima è l'esposizione, ossia l'eventualità di entrare in contatto con possibili fonti di contagio. La seconda è la prossimità, da intendersi come l'insieme delle peculiarità connesse allo svolgimento dell'attività lavorativa che non consentono un sufficiente distanziamento sociale. "Basti pensare - dice il documento - alle specifiche mansioni nelle catene di montaggio". La terza variabile, poi, è l'aggregazione, connessa a quelle tipologie di lavoro che prevedono più di altre il contatto con altri soggetti oltre ai colleghi dell’azienda, come i settori della ristorazione e del commercio al dettaglio, oltre che i comparti dello spettacolo e del settore alberghiero.

Nel documento, l'Inail ha inserito una tabella che illustra le classi di rischio per i principali settori lavorativi e per le ripartizioni degli stessi, nonché il relativo numero degli occupati. Corrieri, addetti mensa, badanti e camerieri sono tra quelle categorie di lavoratori che corrono un rischio medio-alto di contagio, mentre i lavoratori del settore sportivo, artistico e dell'istruzione sono considerati a rischio-medio basso.

Rimodulazione degli spazi e riorganizzazione dell'orario di lavoro

"La progressiva riattivazione del ciclo produttivo - si legge nel documento - non può prescindere da una strategia finalizzata a contenere il rischio attraverso la rimodulazione degli spazi e la riorganizzazione dell’orario lavorativo". Il tutto, nell'ottica del distanziamento sociale.

Quanto ai luoghi di lavoro, l'Inail propone, per le aziende che non necessitino di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro, di utilizzare nuovi spazi, ricavati da uffici inutilizzati o sale riunioni. Per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente, invece, potranno essere trovate soluzioni come il riposizionamento delle postazioni di lavoro, distanziate tra loro attraverso pannelli in plexiglass o altre barriere protettive. Prevista la ventilazione continua degli spazi comuni e l'entrata e uscita scaglionata per i lavoratori, con limitazione al minimo indispensabile degli spostamenti all'interno dell'azienda. Quanto alla riorganizzazione dell'orario lavorativo, l'Inail raccomanda alle aziende di puntare sulla flessibilità di orari per favorire il distanziamento sociale, con limitazione delle trasferte e possibile ricollocamento dei lavoratori verso altre mansioni.

Da preferire, comunque, forme di lavoro a distanza, ove compatibili, soprattutto per le attività di supporto gestionale/amministrativo.

Obbligo di mascherina e termoscanner all'ingresso

L'Inail raccomanda a ciascun individuo di applicare le misure di prevenzione raccomandate al fine di limitare la diffusione dell’infezione. Le misure verranno continuamente pubblicizzate attraverso poster, locandine e brochure affisse dall'azienda. Alla riapertura sarà opportuna una sanificazione degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e ogni lavoratore dovrà indossare mascherine chirurgiche di protezione. Prevista l'introduzione di un medico competente nella salute e sicurezza dei lavoratori per l’identificazione dei soggetti suscettibili e per il reinserimento di soggetti con pregressa infezione da Covid-19.

Per scongiurare il rischio di focolai, poi, dovrà essere introdotto all'ingresso il controllo della temperatura. "Se la temperatura risulterà superiore ai 37,5° C - si legge nel documento - non sarà consentito l’accesso ai luoghi di lavoro". I lavoratori in questa condizione saranno temporaneamente isolati e non potranno andare al Pronto Soccorso o nelle infermerie presenti nelle aziende, ma dovranno mettersi in contatto il prima possibile con il proprio medico curante per seguire le indicazioni che gli verranno fornite.