Nuove preoccupazioni per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo le roventi polemiche esplose a causa della scarcerazione di centinaia di boss mafiosi, avvenuta nelle scorse settimane. Stavolta, a scuotere il Ministero di via Arenula è la notizia delle dimissioni presentate dal capo di gabinetto del ministro, Fulvio Baldi.

La motivazione ufficiale riporta la dicitura "ragioni personali", ma a far saltare la poltrona di Baldi sarebbero state le intercettazioni dei suoi colloqui con il magistrato Luca Palamara (già coinvolto in un'altra inchiesta), avvenute nel periodo compreso tra aprile e maggio del 2019.

Il capo di gabinetto di Alfonso Bonafede rassegna le dimissioni: 'Ragioni personali'

Sta facendo il giro delle agenzie di stampa la notizia delle dimissioni di Fulvio Baldi dal ruolo di capo di gabinetto del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La motivazione ufficiale, come appena accennato, è racchiusa nella formula di rito "ragioni personali". Ma i retroscena venuti immediatamente a galla sulla misteriosa vicenda delineano un quadro più complicato.

Baldi avrebbe infatti deciso di mollare la sua poltrona dopo la pubblicazione delle intercettazioni delle sue conversazioni con Luca Palamara, avvenute nell'arco di tempo aprile-maggio dello scorso anno. Colloqui telefonici in cui l'ormai ex capo di gabinetto di Bonafede avrebbe parlato di raccomandazioni in favore di una pm e di una giudice che avrebbero desiderato essere trasferite nella sede centrale del ministero.

Il colloquio con il ministro Bonafede

Attorno alle 20:00 della serata di giovedì 14 maggio, Baldi avrebbe avuto un colloquio diretto con Bonafede e, al termine del loro incontro, si sarebbe deciso per le dimissioni. Motivi di opportunità Politica e mediatica innanzitutto, visto che Fulvio Baldi non poteva non sapere che il suo amico e compagno di corrente, la centrista Unicost, Luca Palamara, fosse già indagato e intercettato dalla Guardia di Finanza fin dal 2018.

L'inchiesta aperta a Perugia riguardava i presunti rapporti oscuri tra Palamara e alcuni membri del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) allo scopo, sospettano gli inquirenti, di pilotare alcune nomine.

Troppo compromettenti le intercettazioni di Baldi con Palamara

Troppo compromettenti dunque quelle intercettazioni di Baldi con Palamara che si permetteva persino di chiamare il suo amico con il nomignolo di "Fulvietto" mentre lo rassicurava sulle raccomandazioni.

Palamara è infatti accusato del reato di corruzione, per giunta messo eventualmente in atto nei confronti di altri magistrati. Per questo, Alfonso Bonafede non avrebbe potuto esimersi dal congedare il suo collaboratore. In attesa della nomina del nuovo capo di gabinetto, posizione considerata strategica, la reggenza è stata affidata al capo dell'ufficio legislativo Mauro Vitiello.