"Non penso che il Mes sia lo strumento più appropriato per la situazione, ma non mi pare che la Germania sia pronta a valutare alternative". Sono le parole con cui il Wolfang Munchau delinea gli scenari che potrebbero concretizzarsi in Europa relativamente alla strategia di contenimento dell'emergenza economica, manifestando perplessità rispetto alla reale utilità del Fondo Salva Stati.

Il giornalista del Financial Times e di Eurointelligence.com ne ha parlato in una lunga intervista rilasciata a La Verità, a firma di Daniele Capezzone.

Munchau evidenzia il ruolo di Angela Merkel

Munchau ha definito Angela Merkel come "most senior person", in qualità di personaggio con la più lunga militanza nelle istituzioni europee tra quelli presenti oggi e di leader del Paese più potente. "Conosce - ha detto - il Fondo Salva Stati in ogni dettaglio e mi pare che voglia che l'Italia vi aderisca". Il giornalista ha posto in evidenza i propri dubbi rispetto alla possibilità che il Mes possa essere la migliore soluzione per il Bel Paese e allo stesso tempo non ha fatto mistero della sua idea secondo cui la Germania non sarebbe così propensa a valutare alternative.

Munchau sembra perciò allinearsi a quelle idee più euro-scettiche che contestano all'Europa un eccessivo germano-centrismo.

Munchau pone una velata critica nei confronti dell'Italia

Quella di Munchau, però, diventa anche un'analisi rispetto a quella che sarebbe stata la Politica dell'Italia in Europa e si può notare una velata critica. "Per una precisa riflessione storica: da almeno dieci anni - ha evidenziato - l'Italia ha detto sì in sede europea a norme e accordi che non sono nel suo interesse o a cui ha contribuito senza beneficiarne direttamente". Poi arriva il suo punto di vista sul Mes: "Mi pare che qui si possa ripetere una situazione dello stesso tipo". Occorre comunque precisare che, nell'informativa di aprile in Senato, Conte ha preannunciato in relazione all'ipotesi di avvalersi del Mes che, al momento, c'è intenzione di muoversi con cautela.

Secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio, l'Italia lo accetterà unicamente se l'eventuale linea di credito sarà erogata senza le condizionalità. Un'ipotesi che, al momento, non trova un riscontro positivo da parte delle opposizioni le quali faticano a credere alla possibilità di una revisione così importante di un trattato che, a loro avviso, porterebbe al rischio Troika per l'Italia. Con Troika si intende la possibilità che l'economia e la politica italiana possano finire per essere 'commissariati' dal Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e Commissione Europea qualora non si riesca a rispettare i piani di rientro disposti, una volta ottenuto il credito. E' quella la condizionalità più temuta.