"Rispecchia quella che è la generosità di Alessandro. È una scelta che so profondamente sofferta. So che è una scelta che gli arriva del cuore". Sono le parole con cui Gianluigi Paragone, attraverso il suo profilo Facebook, ha inteso commentare la notizia di giovedì sera che ha riguardato Alessandro Di Battista. Una delle figure storiche del Movimento 5 Stelle ha, infatti, fatto capire che il suo percorso nell'universo grillino è arrivato al capolinea, dopo il voto sulla piattaforma Rosseau. Quella con cui i pentastellati hanno avuto il "via" rispetto ad una possibile adesione alla maggioranza a sostegno del governo Mario Draghi.

Paragone esprime il suo punto di vista su Di Battista

Gianluigi Paragone, che è stato un senatore del Movimento 5 Stelle, ha proseguito nell'esternazione della sua visione sulla vicenda Di Battista. "È un po' l'irritazione nel vedere che il Movimento a cui ha dedicato, insieme a tantissime persone, tempo energia passione e rabbia, possa esser parte di una grande ammucchiata".

"Questa cosa - ha aggiunto - ha mosso Alessandro così come, in precedenza, aveva mosso me". Da tempo "immaginavo quello che sarebbe poi arrivato".

Governo Draghi, il punto di vista di Paragone

Paragone non ha voluto entrare nel merito rispetto all'ipotesi che un domani possa esserci un percorso comune con Di Battista. "Lasciamo stare queste cose qua.

Iniziamo a capire che c'è ancora un pezzo di Paese che pensa che il partito unico dell'ammucchiata unica, del contenitore unico, non si debba fare".

"Non è giusto - ha proseguito - nei confronti delle tante persone che avevano votato il Movimento. Così come avevano votato altre forze politiche nella speranza di cambiare le cose".

"Non è l'ammucchiata unica - ha aggiunto il senatore - che può cambiare le cose. Per quel che mi riguarda: non sarà Draghi a cambiare le cose".

"Non può essere - ha incalzato - questo il modo per cambiare le cose".

Paragone non manca, inoltre, di marcare anche qualche punto di vista diverso rispetto a Di Battista. "Per Alessandro, Conte è stato un buon presidente del Consiglio, io invece ho respinto la sua azione.

E io penso che in fin dei conti, se si arriva a Draghi è perché c'è stato questo pezzo del Conte 2, che ha sicuramente saldato l'Italia a quell'Europa verso la quale nutro profonda disistima".

Tra i passaggi riferiti Paragone fa menzione del "grande tema delle misure d'austerità, imposte prima "con la lettera, che hanno comportato le privatizzazione, liberalizzazioni e i tagli alla sanità, ai trasporti e quant'altro".

"Siamo veramente - ha aggiunto - su un crinale pericoloso. Mi auguro che dopo il voto di oggi coloro che non ce la fanno più a sopportare altro, replichino in Parlamento quella che è stata la scelta di Alessandro. Mi auguro che questo governo non abbia quella maggioranza bulgara che si delinea all'orizzonte".

Quello di Gianluigi Paragone diventa, perciò, un pensiero che si estranea da quello che ad oggi vede in Draghi una possibile ancora di salvataggio per un'Italia in difficoltà e che spera di potersi aggrappare all'autorevolezza della Banca Centrale Europea.

Una speranza quella in Draghi che oggi è molto radicata nel Paese. Al punto che, al di là dell'amplissima ed eterogenea maggioranza in Parlamento, secondo un sondaggio Emg-Different/Adnkronos godrebbe del 61% della fiducia degli italiani.