Marco Travaglio non è assolutamente convinto della scelta degli iscritti al M5S di votare sì al sostegno al governo Draghi. La votazione sulla piattaforma Rousseau ha visto uscire vincitori i sì con circa il 60% dei voti. Quasi una spaccatura all’interno del Movimento. E, infatti, pochi minuti dopo la chiusura della votazione, Alessandro Di Battista ha annunciato la propria uscita dai 5 Stelle.

Il direttore del Fatto Quotidiano, invece, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, non risparmia critiche anche pesanti al fondatore Beppe Grillo, accusato di essersi fatto “intortare” da Mario Draghi.

Marco Travaglio ospite di Lilli Gruber

Lilli Gruber annuncia il risultato della votazione su Rousseau, definendolo una “specie di votazione pro o contro Draghi”. Alla fine hanno votato a favore del sostegno al nuovo governo il 59,3% degli iscritti al Movimento, mentre i contrari sono stati il 40,7%. Poi, la conduttrice di Otto e mezzo chiama in causa il collega Travaglio ricordando che lui stesso ha affermato che “la scelta di Grillo pro Draghi” lo ha lasciato “perplesso e triste”.

E come avrebbe votato il direttore del Fatto se fosse stato un attivista M5S?

Travaglio: ‘Una persona normale iscritta al M5S avrebbe votato contro’

Travaglio allora finge di entrare nella testa di un iscritto al M5S immaginando di essere “atterrato in questo momento da Marte, dopo un lungo soggiorno nello spazio” e di ritrovarsi a “votare se dire sì o no ad un governo tecnico, presieduto da Draghi, del quale fanno parte Berlusconi e i due Matteo”. E cioè, prosegue il giornalista, “i due che hanno fatto cadere i governi Conte I e II per sbarazzarsi di loro”. Per non parlare degli “altri storici nemici dei 5 Stelle che hanno detto di loro le peggiori cose” come Carlo Calenda ed Emma Bonino. Secondo Travaglio, insomma, “è assolutamente evidente che una persona normale che fosse iscritta al M5S avrebbe votato contro, ma senza nemmeno fare domande in giro, perché quello che si sono ritrovati era il loro peggiore incubo”.

‘Grillo intortato con supercazzola del ministero della Transizione economica’

Marco Travaglio si spiega il voto del M5S a favore del governo Draghi con il fatto che “tutti i grandi big del Movimento, da Grillo a Di Maio a Fico a Conte, mancavano soltanto Di Battista e Toninelli, hanno votato sì perché hanno ottenuto questo super ministero della Transizione ecologica”. Ma per Travaglio si tratta solo di una “supercazzola”, visto che questo ministero sarebbe già “miseramente fallito” in Francia. Secondo il direttore del Fatto, quindi, “si è trattato di una circonvenzione di capace, perché Grillo è tutt’altro che scemo, ma è stato circonvenuto da quel volpone di Draghi che lo ha intortato con questa supercazzola del ministero della Transizione”, conclude Travaglio.