Ieri sera il team di The Horsemeat Banquet ha servito ai suoi telespettatori un altro dessert amaro. Testando alcuni popolari cibi per asporto, ha rilevato che nella carne dei prodotti c'è... qualcosa, ma non sempre si è capito cosa, e anche quando lo si è capito non è andata molto bene. Vediamo i peggiori tre:

  1. Il manzo del ristorante cinese controllato non è manzo, e principalmente non è nemmeno carne. Si tratta di una mistura che contiene principalmente sangue di gallina e altri, come dire? "materiali gallinacei". Un sospiro di sollievo, si sa che la carne rossa fa male. Soprattutto al manzo.
  2. Un altro burger analizzato era senza carne di manzo, aveva solo sangue bovino e alti livelli di sangue di gallina (un burger woodoo?) mentre conteneva il 2% di muscolo cardiaco. Si può dire che è fatto col cuore.
  3. E dulcis in fundo, l'agnello al curry di un ristorante indiano non contiene tracce di agnello, ma nemmeno di altri animali noti: gallina? Maiale? Cavallo? Capra? Manzo? Guardate meglio, siamo sicuri che non ci sia cavallo? Strano, trovano ragù di Furia ovunque, dovrebbe essercene almeno un po'... Hanno constatato che non si tratta di carne umana, ma le voci di corridoio, sussurrano la loro ipotesi, o meglio, la abbaiano. Cosa appenderanno i ristoratori alla porta del locale? "I cani non possono entrare... se non sono al curry"? Oppure: "Attenti al cane: scotta!". 

La nutrizionista della trasmissione, Surinder Phull, si è detta allarmata: che carne sarà? Come sarà stata macellata? E i batteri? Qualcuno pensi ai batteri! 

Facciamo un passo indietro, vediamo dove tutto è cominciato, dove ha avuto origine questa ventata di pseudo consapevolezza alimentare in cui tutti fanno a gara per avvolgersi. Il mese scorso siamo stati informati della scandalo di carne di cavallo nelle polpettine Ikea. Chi ha definito scandaloso l'ingrediente equino, tanto da scatenare la corsa all'analisi di un sacco di altri cibi? Il mondo anglofono. E perché ha ritenuto che le polpette di carne mista, fra cui il cavallo, fossero scandalose? Perché nel mondo anglofono il consumo di carne di cavallo è contro-culturale, disgustoso, in alcuni stati illegale. L'Italia, nella fretta di girare la hot news del momento, forse non si è accorta che il cavallo si mangia normalmente nel bel paese, sotto forma di bistecca o di bresaola. E allora, che si fa? Si titola "Siamo dei terribili mangia-cavalli, e il mondo ci vede così"? No, si sposta il focus. E dove lo si sposta? Possiamo dire che le polpettine equine non vanno bene perché non hanno abbastanza carne di cavallo, ma solo un po'? No, poco convincente. Beh possiamo puntare sul salutismo, si sa che la carne rossa fa ammalare, come ci ripetono Veronese e Berrino, i due maggiori esperti di tumori in Italia, che non a caso non mangiano carne... No, non possiamo dirlo, perché poi il cavallo e il manzo ce li vogliamo mangiare lo stesso, viva la tradizione e in barba alla salute. Forse è meglio metterla giù così: la polpettina con carne di cavallo si mangia ma solo se l'etichetta specifica che il macinato misto contiene cavallo. Insomma, è solo una questione di etichetta? Per chi sostiene che sì, tutto va indicato in etichetta, vorrei ricordare che mentre io non so cosa sia la gelatina alimentare (maiale, bovino, pesce? mah! non è necessario specificarlo nell'etichetta) molti altri consumatori non sanno cosa siano i numeri E. Qualcuno ha provato a vedere con cosa viene prodotto, per citarne uno, l'E120? Vi avverto, è solo per stomaci forti.

Andando all'Ikea potremmo essere tanto impegnati a rabbrividire per le polpettine equine da lasciarci sfuggire una voce nel menù che brilla per la sua assenza: il coniglio. Chi di voi ha mai letto il pieghevole Ikea che spiega come mai non si trova carne di coniglio nei ristoranti della catena? Ve lo riassumo: la scusa ufficiale è che in Italia non esistono allevamenti di conigli che trattino decentemente gli animali, per cui Ikea non intente approvvigionarsi da produttori crudeli. Il mio forte sospetto è che, diplomaticamente, non abbiano voluto dirci che siamo dei barbari, e che se vogliamo mangiare i coniglietti siamo pregati di chiedere a qualche mostruoso ristorante italiano di cucinarceli. Un po' come se Divani&Divani aprisse uno show room in Cina e al banchetto di inaugurazione dicesse che non cucinano cane perché non hanno trovato allevamenti di barboncini biologici.  

La verità è che il consumo di carne è indifendibile. L'uomo, frugivoro per natura, deve costruire una ferrea ideologia alimentare per forzarsi a mangiare carcasse. Uno dei sistemi più efficaci è spostare la domanda da "perché mai dovrei mangiare animali?" a "quali animali posso mangiare o non mangiare?", facendo dimenticare la questione di fondo. Gli schemi sono così ferrei e articolati (come le leggi, che più sono scritte in modo incomprensibile più sembrano autorevoli) che elencano rigide liste di chi si può uccidere e chi no. Come risultato, osanniamo ognuno il proprio menù nazionale, inorridendo e gridando allo scandalo per le crudeltà commesse negli altri menù nazionali. 

Il fatto è che gli animali vengono uccisi, e questo, in proporzioni più o meno vaste, non ci va, ma veniamo educati a farcelo andar bene, ricercando una coerenza che non ci può essere. Sappiate che nei forum d'oltre oceano girano domande inquietanti su di noi, e bisbigliano che forse in Italia si mangia coniglio, oltre che cavallo: che inciviltà.... o no?