Non possiamo rimanere passivi dinnanzi alla fine della medicina, che sembrerebbe sia stata rimpiazzata dall'alchimia. Ne è convinta Elena Cattaneo, direttore del Centro ricerca staminali dell'università degli Studi di Milano, una scienziata che nei giorni scorsi ha scritto al ministro della Salute Renato Balduzzi, sollecitando che vengano tenute in considerazione le norme della medicina fondata sulle certezze.

Norme che, dopo il decreto legge confermato dal Consiglio dei ministri, secondo Cattaneo "sono state alterate". La scienziata dichiara all'Adnkronos Salute: "Non comprendo cosa possa avere spinto ad un gesto così pesante, che potrebbe compromettere e indebolire i criteri della medicina, sconvolgendo quanto le agenzie regolatorie internazionali hanno decretato e che pure l'Italia ha approvato, ossia, che per l'utilizzo clinico delle staminali siano indispensabili accurate qualità: chiarezza, efficienza, riproducibilità, creazione in complessi approvati".

Tutto ciò genera un precedente rischiosissimo, inoltre precisiamo che i genitori dei bambini coinvolti non c'entrano per niente. Cattaneo sollecita: con questa risoluzione è come se il ministero "negasse" l'attendibilità dei suoi stessi membri tecnici e delle norme che erano state determinate per tutelare i pazienti.

Come può accadere tutto questo? La scienziata continua sottolineando che il dovere del ministero è assicurare il rispetto della dignità della malattia, la speranza è una cosa importante, non può essere cambiata con l'imbroglio. In conseguenza a tutto questo si ferma il lavoro di tanti ricercatori e medici.

Ognuno di noi ha il dovere di rammentare con costanza cosa sono la medicina e la scienza, ricordando anche che necessitano di esperimenti continui.

Cattaneo teme che la disputa possa riflettersi dall'Italia alla stampa internazionale "sulle prime pagine scientifiche" con il pericolo di vederci con appellativi come: l'Italia non riconosce la medicina.