Il cancro è ormai la principale causa di morte dei paesiindustrializzati. Le cure efficaci non sono ancora state trovate, quindi sonomolte le sperimentazioni scientifiche. Fra queste, l’ultima provienedall’Università di Urbino, dove il Dottor Mirco Fanelli e il Professor VieriFusi, hanno divulgato la loro importante scoperta, frutto di un lavoromultidisciplinare fra biomedicina e chimica.
La ricerca ruota intorno a una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nelcaffè e in tanti altri alimenti naturali: il maltolo. Tra le sue proprietà,spicca quella antineoplastica, ovvero, che inibiscee combatte lo sviluppo dei tumori.
Dal lavoro congiunto del Dott. Fanelli del Centro diBiotecnologie di Fano, dove si occupa di modificazioni epigenetiche nellosviluppo del cancro, e del Prof. Fusi, da sempre impegnato nell’ambitochimico-molecolare, è nata questa ricerca il cui scopo è quella di cercare unavalida ed efficiente cura contro il cancro.
Vieri e Fusi spiegano: “Negli ultimi anni la ricerca incampo oncologico sta affrontando l'intera problematica, attraverso una doppiastrategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e,dall'altro, prova a sviluppare nuovemolecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci nonnavigano, necessariamente, su due binari diversi ed è proprio con la scopertadei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica, che si gettano lebasi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni”.
In tutto questo, il maltolo (conosciuto per le proprietàantiossidanti e utilizzato nell’industria alimentare come additivo),opportunamente modificato, dà origine a nuove molecole biologiche. Nellospecifico, due molecole rappresentative di questa classe di composti sono statesintetizzate e caratterizzate nella loro capacitàd'indurre alterazioni della cromatina e, di conseguenza, di condurre le cellule a rispondere in terminibiologici.
Questo meccanismo, riconducibile a modificazioni strutturalidella cromatina, non era mai stato osservato prima ed è alla base di un potenziale sviluppo di molecole chepossano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali.
Il cuore della scoperta, sta nella somministrazione dellenuove molecole, che altera radicalmente l’espressione genetica per eliminaremicro modificazione all’interno della cellula tumorale.
Inoltre, questi composti sembranoessere tollerati in vivo (cosa non scontata), inducendo una sensibile riduzionedella massa tumorale.
La ricerca vuole essere una possibile arma con cui aggredireil cancro, al fine di migliorare leattuali cure disponibili, soprattutto per quei tipi di tumore ad oggisprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva. Al momento, la fasesperimentale è ancora lontana dalla sperimentazione clinica, ma gli ottimirisultati finora raggiunti, sembrano promettenti per il futuro. Non resta cheaspettare per conoscere se sarà possibile utilizzarle nell'uomo e con qualibenefici.