Condizione essenziale all'esistenza di una qualsiasi forma di vita è l'acqua. La presenza di fluidi nei viventi permette con il loro movimento, la rimozione delle sostanze non più utilizzabili, il trasporto di nutrienti la diffusione di informazioni.

Il fatto poi di essere organizzati in tanti piccoli e grandi pacchetti di strutture anatomiche e funzionali: le cellule gli organi e gli apparati (tutti potrebbero essere considerati mattoni costituenti fondamentali, i primi a costituire i secondi che costituiscono i terzi, ognuno a costituire, nell'ambito dell'insieme che gli compete, il particolare elemento costruttivo fondante) comporta la necessità di una connessione fisica plastica, efficiente, adattabile.

E i fluidi sono lì che la permettono.

Negli organismi più complessi, il fluido connettore è rappresentato dal sangue, fluido sì ma complesso e denso, che deve essere spinto in tutta la struttura che gli compete, a percorrere un tragitto prestabilito.

Le arterie e le vene insieme al cuore sono a fondamento dell'apparato cardiocircolatorio. E qui si arriva al punto: il sangue per muoversi da un punto a un'altro deve subire l'effetto di qualcosa che lo spinga con forza nelle arterie e poi nelle vene, un qualcosa che attivi questa spinta e la sappia modulare in funzione delle richieste necessarie: stiamo parlando del cuore, un motore che con la sua attività può aumentare o diminuire forza e velocità di contrazione.

E lo fa per tutta la vita.

Il giusto equilibrio tra spinta del cuore e resistenze dell'albero vascolare può essere misurato. La grandezza di quel valore ottenuto, ci indica il suo funzionamento. Il valore della corretta spinta propulsiva nell'apparato cardiocircolatorio si ottiene con la determinazione della pressione arteriosa che viene espressa da un valore massimo e uno minimo: nell'ambito di determinate variazioni possiamo avere una pressione normale, o alterata quando al di sotto o al di sopra.

Al di sotto o al di sopra dei corretti valori di pressione, si rischia lo stato di coscienza e la vita addirittura. Valori troppo alti di pressione possono compromettere alcuni apparati con la rottura dell'integrità e/o la perdita della funzione, valori troppo bassi impediscono il normale approvvigionamento e la rimozione delle sostanze non più utili (a volte pure dannose).

Uno di questi organi è il cervello, il cui letto vascolare se sottoposto a pressioni troppo alte può cedere alla pressione del sangue venendone allagato e distrutto, perdendo la sua principale funzione, la coscienza e in seconda battuta l'integrità anatomica, con la morte del particolare distretto.

Valori ottimali di pressione sono i 120/80 mmhg, ma possono essere tollerati valori più alti o più bassi per periodi di tempo definiti, senza apprezzabili alterazioni morfo funzionali. Elevate variazioni di Pa dallo standard compromettono a breve le prospettive di vita.

Forza e frequenza di contrazione cardiaca e contrazione delle vene terminali (capillari) sono condizionate dalle nostre emozioni frutto degli eventi che ci colpiscono.

Il flusso di sangue che arriva al cervello e quindi la Pa dipende da ciò che ci passa per la testa: Sangue a pressione e pensieri.