Quando si parla di endometriosi, ci si occupa di una malattia tanto sconosciuta quanto diffusa nel mondo; in Italia si calcolano 3 milioni di donne colpite (3-4 su 10), e in Europa circa 14 milioni. L'endometriosi è una malattia progressiva, in cui il tessuto endometriale, che solitamente ricopre le pareti interne dell'utero, si espande in sedi anomale come ovaie, peritoneo, vescica, vagina, intestino, tube di Falloppio, ed ogni mese questo tessuto anomalo, sotto l'influenza degli ormoni, sanguina internamente causando infiammazioni croniche degli organi interessati, cisti, cicatrici ed aderenze.
Tutto ciò naturalmente comporta quasi sempre il cambiamento del normale svolgimento delle attività quotidiane, dei rapporti interpersonali e di coppia. Colpisce in età fertile ed è la causa del 30-40% dell'infertilità femminile, ma a causa della disinformazione che ancora circonda questa patologia la diagnosi è difficoltosa, portando nella vita delle inconsapevoli malate anni di sofferenze e frustrazioni.
Iniziative come quella della giornata mondiale contro l'endometriosi hanno molteplici scopi: sensibilizzare l'opinione pubblica e le autorità politiche nei confronti di questa malattia e nella corretta valutazione delle sue conseguenze; migliorare il livello di conoscenza degli operatori sanitari per garantire un corretto avvicinamento verso le donne malate di endometriosi; aiutare concretamente le donne che già subiscono gli effetti di questa malattia; accrescere la conoscenza per migliorare prevenzione e cura.
L'APE, Associazione Progetto Endometriosi, nata nel 2005 da un gruppo di donne che condividevano la malattia, ha in programma riunioni in diverse città italiane con esperti per confrontare le diverse esperienze, per poi convogliare sabato 15 marzo alle ore 15 a Piazza di Spagna a Roma per un flash mob di solidarietà, consapevolezza e divulgazione. Perché condividere il problema può significare anche condividere la risoluzione.