I sintomi del virus Ebola hanno una caratteristica molto importante: inizialmente si manifestano come una qualunque febbre alta, il che induce da una parte molte persone che non sono state contagiate ad allarmarsi inutilmente, mentre dall'altra parte fa sì che alcune persone che sono state effettivamente contagiate prendano sotto gamba la loro condizione. I primi sintomi del virus Ebola sono infatti febbre alta e spossatezza. Con l'approssimarsi dell'inverno saranno sempre di più coloro i quali avvertiranno questi sintomi e il timore è che i centralini degli operatori sanitari possano venire inondati da richieste di aiuto di persone preoccupate per le loro condizioni di Salute.

Nei giorni seguenti alla comparsa dei primi sintomi, però, il virus Ebola si manifesta attraverso fenomeni molto più gravi: emorragie interne ed esterne, diarrea, vomito, eruzioni cutanee improvvise. Di norma è questione di pochi giorni perché questi sintomi facciano la loro comparsa, anche perché il virus colpisce molto rapidamente e può condurre alla morte (ricordiamo che la percentuale di mortalità è attorno al 70%) nel giro di due settimane.

È anche per questo che il panico del virus Ebola si sta diffondendo anche in Europa, nonostante i casi siano per ora estremamente circoscritti. In particolare, non c'è ancora nessun caso di Ebola in Italia, nonostante alcuni episodi sospetti che sono poi sempre stati smentiti dalle autorità sanitarie.

Quali sono i rischi per l'Italia? È il caso di allarmarsi? In linea di massima, non si può certo escludere che il virus colpisca anche il nostro paese, visto che già si è registrato un caso in Spagna (ci riferiamo a persone che si sono ammalate direttamente in Europa); ma per il momento le autorità tendono a smentire le voci più allarmistiche che circolano (da ultimo, l'Oms).

Quel che sembra certo è che, potenzialmente, i rischi per l'Italia di venir colpita da virus Ebola sono più che altro riconducibili al personale infermieristico che tratta persone infette di ritorno dall'Africa (è così che si sono ammalate due persone negli Stati Uniti ed è così che ha contratto il virus anche l'infermeria spagnola).

Non c'è invece da temere, come alcuni hanno affermato, che gli immigrati possano essere portatori del virus, per la semplice ragione che gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste provengono da stati come Libia, Siria, Eritrea, che niente hanno a che fare con le nazioni colpite da virus, che sono invece Sierra Leone, Liberia, Guinea, Costa d'Avorio.