Una diagnosi precoce delle malattie mentali, effettuata mediante un macchinario simile a quelli già utilizzati dagli oculisti quando ci visitano la vista. È questa la speranza che viene dalla Gran Bretagna, mediante il progetto Vampire, il cui nome rievoca personaggi horror ma altro non è che il promettente acronimo di Vessel Assessment and Measurement Platform for images of the Retina. Il team di ricercatori è scozzese, ma è coordinato da un italiano: il professor Emanuele Trucco, originario di Genova, docente di visione computazionale all'Università di Dundee.

Sarà coadiuvato da altri colleghi, sempre dell'Università di Dundee ma anche della capitale Edinburgo. Inoltre, l'Italia sarà presente anche con l'Università di Genova, nella persona della dottoressa Annalisa Barla del DIBRIS.

Per fortuna il team riceverà nei prossimi mesi un finanziamento dal Governo della Gb pari a trecentomila sterline per tre anni. Con questi fondi cercheranno di capire se è effettivamente possibile individuare osservando la retina "segnali" che indicano la possibilità nel soggetto che riscontri patologie mentali quali la demenza vascolare, seconda causa dell'Alzheimer. Si cercherà così di mettere a punto un software avanzato capace di analizzare i tre modelli di vene ed arterie presenti nella retina.

Inoltre, nella previsione ottimistica dei ricercatori, il macchinario che sarà capace di fare ciò non costerà neanche molto. Una buona notizia che se davvero si realizzasse, consentirebbe ad ospedali e Asl di dotarsene facilmente, nonostante le casse sanguinanti del sistema sanitario pubblico, oggetto di sempre maggiori tagli.

In che modo stanno procedendo? I macchinari di Vampire ad oggi sono già in grado di osservare migliaia di immagini, che poi i ricercatori incroceranno con le informazioni mediche già in possesso delle due università coinvolte nel progetto per avere eventuali riscontri. Non ci resta che sperare dunque, anche perchè secondo stime poco confortanti, la demenza senile nei prossimi anni sarà in costante aumento.