Secondo l'Istat l'Italia è il primo Paese in Unione Europea per numero di parti che avvengono mediante taglio cesareo. In questa speciale classifica il nostro Paese si colloca ben al di sopra della media Europea che ricordiamo nel 2013 è stata del 27%. Inoltre siamo ben oltre il doppio di quella che è la percentuale raccomandata dall'Oms, l'Organizzazione Mondiale della sanità, di parti con taglio cesareo che è pari al 18%.

Questo è avvenuto nonostante il piano sanitario nazionale 2011/2013 invitava ad una riduzione dei cesarei che non avrebbero dovuto superare il 20% del totale.

Il parto cesareo è diffuso un pò in tutta Italia ma in particolare è una pratica di cui si fa un largo uso soprattutto nel meridione dove addirittura il numero dei parti che avvengono in questa maniera raggiunge quasi la metà di quelli totali. Prima regione per numeri di parti cesarei rimane largamente la Campania che raggiunge la quota record di 56,6% seguita con un forte distacco dalla Sicilia con una quota pari a 42,5% e poi al terzo posto la Puglia con un 41,7% di tutto rispetto.

Altro dato molto significativo che viene messo in luce dall'Istat è anche l'età del parto che continua a salire e nel 2013 si è attestato intorno ai 32 anni. Tutto questo avviene nonostante i continui consigli dell'Oms di utilizzare questa pratica solo in casi eccezionali e non farla diventare la regola.

Fortunatamente sotto altri punti di vista le cose vanno meglio: infatti quasi tutte le donne in gravidanza si sottopongono ad ecografia entro il terzo mese così come consigliato e inoltre dal 2000 ad oggi è di molto aumentata la quantità delle donne fumatrici che smettono quando entrano in gravidanza.

Altro dato molto importante e significativo è che dal 2005 ad oggi sono aumentate le donne che allattano al seno che in pratica sono passate dall' 81,1% del 2005 all'85,5 del 2013. Infine da segnalare come secondo il rapporto dell'Istat aumenta nel nostro Paese anche la durata del periodo di allattamento che passa da 6,2 mesi a 7,3.