La lotta contro il cancro si arricchisce di una nuova possibilità grazie a uno strumento capace di rendere meno invasive e tossiche le necessarie terapie. È l'Ospedale Sant'Andrea di Roma che si è dotato di una nuova apparecchiatura per l'analisi genetica di ogni paziente in modo da valutare la capacità del singolo di sopportare e disfarsi della tossicità delle cure chemioterapiche personalizzando al meglio i dosaggi. Il nuovo apparato sarà inaugurato il 27 marzo.

A presentare la novità il 12 marzo è stato il professore Paolo Marchetti, direttore del reparto Oncologia del Sant'Andrea, durante la sessione pomeridiana della trasmissione Forum, su Rete 4, condotta dalla giornalista Barbara Palombelli.

L'effetto del nuovo sistema diagnostico si traduce in un minore impatto dei trattamenti chemioterapici sul fisico, minor effetto sul deperimento della muscolatura, sulla forza mentale e psichica, minor perdita di capelli. Comunque non riguarda solo i trattamenti antitumorali che sono la specializzazione del reparto oncologico del nosocomio romano.

Il professore Marchetti è stato chiaro: 'Il nuovo apparecchio potrà valutare nei singoli pazienti quale sarà la loro capacità di eliminare i farmaci e questo ci consente di prevedere le tossicità individuali e non solo quelle di gruppi di malati. Quindi permetterà un dosaggio personalizzato dei farmaci più invasivi e pesanti come sono le cure chemioterapiche'.

Le terapie antitumorali avvengono ovunque nel mondo secondo precisi protocolli, ma le reazioni individuali possono essere le più diverse.

'Dipende dalle capacità personali di elaborare quello che l'ambiente offre - ha sottolineato il clinico del Sant'Andrea - fattore che vale sia per i farmaci che per gli alimenti, quindi comprese le intolleranze o il perché alcuni cibi sono più difficili da digerire: tutto dipende dal patrimonio genetico di ciascuno.

Capire e sapere prima quali sono queste caratteristiche, ci consente di individualizzare l'offerta terapeutica'.

Il nuovo apparato non sottopone il paziente a un'elaborata operazione di diagnosi. Tutto parte da un semplice prelievo di sangue, poi si estrae il Dna dai linfociti grazie all'opera del professore Maurizio Simmaco, responsabile del laboratorio di Diagnostica molecolare avanzata.

In breve, si legge nel Dna quale è la capacità del singolo paziente di metabolizzare e di eliminare alcuni farmaci.

'L'importanza di personalizzare la medicina non vale ovviamente solo in oncologia, basti pensare che sono state identificate delle firme genomiche per il rischio cardiovascolare, per il metabolismo delle statine, per l'ipertensione - ha proseguito Marchetti - Alcuni farmaci hanno molti effetti collaterali, ma adesso è possibile sapere quali pazienti li manifesteranno e quindi si passa a utilizzare altri prodotti'.

'Al Sant'Andrea il sistema è comunque aperto ad altri settori - ha concluso il professore - Si delinea un profilo con tutte le alterazioni più frequenti per tutti i farmaci e soprattutto le capacità di reciproca interazione dei farmaci: non si considerano solo le personali condizioni di base, ma anche come gli altri trattamenti cui il paziente è sottoposto possono modificare le interazioni stesse.

È un progetto di ricerca che stiamo sottoponendo alla comunità europea nell'ambito di Horizon 2020'. Quest'ultimo è un ricco progetto dell'Unione Europea che sta progressivamente investendo 80 miliardi di euro, dedicato a tutti i settori innovativi e della ricerca.