Le mani e i suoi misteri. Dopo avervi parlato della vera origine dello 'scrocchio delle dita', non riconducibile al mero rumore delle ossa, in questa sede vi parleremo di un altro gesto consuetudinario, che in fondo facciamo sempre in momenti di ansia, quando cerchiamo un po' di fortuna e facciamo i classici 'scongiuri', ossia incrociare le dita. Un gesto spesso istintivo, scaramantico, ben augurante, che però, secondo uno studio dell'Università di Verona pubblicato anche sulla rivista Current Biology, può perfino aiutare ad alleviare il dolore fisico.
Come ci riesce?
Influenza l'elaborazione cerebrale del nostro cervello
Come spiega il quotidiano genovese Il Secolo XIX, lo studio condotto dai ricercatori della facoltà veronese, è stato formulato utilizzando il fenomeno della cosiddetta 'illusione della griglia termica'. Vale a dire un metodo controllato che permette di attivare il sistema del dolore, senza però procurare un danno alla pelle. Il dolore può essere controllato tramite altri stimoli sul corpo e modificando così la posizione della parte del corpo dolorante. D'altronde, come risaputo, tutto parte dal cervello e potremmo controllare meglio il dolore che proviamo.
La spiegazione medica
Ma come si spiega tutto ciò? Quando proviamo ad esempio un bruciore, si verifica un'interazione tra la sensazione di caldo, freddo e dolore.
I tre si inibiscono a vicenda a catena, per cui alla fine prevalgono i ricettori dell'ultima, quella dolorifica. Incrociando le dita, invece, si controverte il loro rapporto, mediante un sistema di temperature caldo-freddo-caldo sulle dita. Prevalendo il caldo, riusciamo così ad inibire il freddo e dunque il dolore. Questa scoperta potrebbe aiutare anche nel trattamento dei dolori cronici, quelli che per intenderci impiegano lunghi tempi per svanire o magari ce li portiamo a vita.
La ricerca avrà bisogno ovviamente di ulteriori fasi successive ma getta le basi per qualcosa di importante e interessante. E fa piacere che sia stata svolta nel nostro Paese, che vede spesso i ricercatori fare scoperte ma all'estero.