Una sperimentazione clinica in fase precoce condotta dal National Institutes of Health (NIH) in collaborazione con il Walter Reed Army Institute of Research (WRAIR) ha rilevato che il nuovo vaccino VSV-ZEBOV ha suscitato la risposta anticorpale in tutti i 40 volontari su cui è stato testato. Gli unici effetti indesiderati che si sono manifestati sono stati dolore al sito di iniezione e febbre transitoria, che si è normalmente risolta entro le consone 36 ore. Lo studio che è stato pubblicano sul sito New England Journal of Medicine descrive il VSV-ZEBOV come uno dei due possibili vaccini attualmente in fase di sperimentazione ad aver superato la fase II della sperimentazione clinica.
Nonostante l'epidemia sia attualmente sotto controllo delle unità competenti, cresce la necessità di un vaccino capace di arrestare il decorso di questa malattia, per evitare che possa espandersi nei paesi limitrofi dell'Africa.
Il possibile candidato è stato sviluppato dalla Public Health Agency del Canada, affiancata dalla società NewLink Genetics Corp. of Ames, una compagnia che ha collabora con la Merck & Co. Inc., responsabile dell'avanzamento dello studio verso l'approvazione regolamentare. Il vaccino si basa su un virus geneticamente modificato, responsabile della stomatite vescicolare nei bovini. Il gene che codifica per una proteina del virus è stato sostituito con un segmento di gene codificante una proteina chiave nella specie Zaire del virus Ebola.
Il nuovo studio riassume i risultati dei primi 52 volontari arruolati: 26 presso il NIH e 26 presso il WRAIR. A 6 pazienti di entrambi i gruppi è stato somministrato placebo, mentre i restanti 40 hanno ricevuto il vaccino sperimentale con due dosaggi differenti (2x107 e 3x106). La capacità del vaccino di stimolare la risposta immunitaria è stata in seguito valutata mediante il prelievo di sangue dei volontari in diversi intervalli di tempo dopo l'iniezione.
A distanza di 14 giorni dall'iniezione, il 93% dei volontari hanno manifestato la risposta immunitaria al virus Ebola Zaire, mentre il restante 7% hanno sviluppato la resistenza al virus nell'arco di 28 giorni dal vaccino. In particolare, lo studio ha evidenziato come il dosaggio 3x106 fosse notevolmente più efficace rispetto al dosaggio inferiore.
Alcuni volontari in uno studio svolto a Ginevra con questo vaccino hanno riferito casi di artrite nella seconda settimana dopo la vaccinazione. I ricercatori di NIH e WRAIR si sono già messi all'opera nel valutare cosa possa causare la manifestazione dell'artrite.