Un'attenzione particolare da parte degli uomini in fatto di alimenti. Frutta e verdura, infatti, veri e propri toccasana per la nostra salute, potrebbero presentare alcuni residui di pesticidi. Ovvero dei pericolosi nemici per la qualità degli spermatozoi. E, quindi, della fertilità maschile. Lo conferma l'autore della ricerca, il professor Jorge Chavarro, il quale ha spiegato quale sia la relazione tra i cibi trattati con i pesticidi e il liquido seminale. Ne è quindi emerso che tra gli alimenti nemici degli spermatozoi, possono esserci alcuni tipi di frutta come fragole, pere e mele, oltre a verdure come spinaci e peperoni.

D'altro canto, come precisa l'esperto, tale scoperta non vuole sconsigliare gli uomini dal consumare questi alimenti che, come anticipato, sono essenziali alla nostra dieta. Tuttavia, occorre fare attenzione e optare per quelli con un minor residuo di pesticidi o di cui è nota l'origine, per non correre rischi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Human Reproduction, è stato condotto su un campione di 155 uomini, la cui età era compresa tra i 18 e i 55 anni. Tra il 2007 ed il 2012, sono stati analizzati 338 campioni di sperma. Ne è emerso che gli uomini che avevano dichiarato il più elevato consumo di frutta e verdura carica di pesticidi avevano avuto il 49 per cento di sperma in meno rispetto a quanto ne avevano limitato il consumo.

Nel far ciò, questi alimenti erano stati prima divisi in gruppi, secondo il loro contenuto di residui antiparassitari. I risultati non hanno fatto che confermare quanto sostenuto dagli esperti, ovvero che l'esposizione agli antiparassitari nella produzione agricola è in grado di "influenzare la spermatogenesi negli esseri umani", precisano gli autori della Harvard Medical School, di Boston.

Da qui il consiglio di affidarsi a prodotti biologici, evitando quelli con più elevata probabilità di contenere grandi quantità di residui di antiparassitari. Solo in questo in modo, infatti, è possibile scongiurare il rischio di un abbassamento del numero di spermatozoi. Al contrario, la quantità della frutta e della verdura consumata non sarebbe di fatto legata alle variazioni nelle misurazioni della qualità dello sperma.