Un gruppo di ricercatori della Daniel Felix Ritchie School of Engineering and Computer Science di Denver, Colorado, sta conducendo uno studio per stabilire in che modo i robot umanoidi possAno migliorare i rapporti sociali e comunicativi dei bambini affetti da autismo (ASD, autism spectrum disorders). I robot umanoidi sono robot con sembianze umane, dotati di testa, busto e arti, che interagiscono sia con l'uomo che con l'ambiente circostante. Oltre ad alcune difficoltà di apprendimento, i bambini autistici incontrano solitamente impedimenti nella vita sociale.

Ad esempio,

  • preferiscono evitare di guardare direttamente negli occhi;
  • possono rispondere con una smorfia, o un'espressione arrabbiata, a chi fa un sorriso;
  • possono reagire con un comportamento che complica la situazione quando un compagno di giochi mostra delusione o insoddisfazione con l'espressione del viso.

NAO è il nome di un robot umanoide sviluppato dalla società francese Aldebaran Robotics, che ha acquisito notorietà nel 2007 per avere sostituito Aibo, cane robot prodotto da Sony, nelle competizioni internazionali tra robot umanoidi.

Il robot per i bambini autistici

NAO è anche l'oggetto di studio del gruppo di ricercatori di Denver. Il motivo risiede nel fatto che, spesso, i bambini autistici apprezzano gli oggetti meccanici, e che interagiscono con uno strumento tecnologico più agevolmente di quanto avverrebbe con altri esseri umani.

NAO, che è in grado di camminare, parlare, fare domande e perfino ballare, aiuta i pazienti tramite un insieme di attività concepite per migliorare il riconoscimento delle espressioni facciali altrui e la direzione dello sguardo del bambino. NAO registra le reazioni del paziente usando quattro microfoni e due telecamere, ed elabora i dati per valutare i risultati.

Se il bambino fa progressi, NAO chiederà anche di "dargli il cinque"!

Per il momento, i bambini coinvolti nel progetto si recano periodicamente presso il centro di ricerca, accompagnati dai familiari. Quando l'efficacia di questo genere di terapia sarà provata scientificamente, i robot umanoidi come NAO potranno rimanere presso il domicilio dei pazienti.

I risultati finora raggiunti sono promettenti, ma serviranno anni prima che lo studio possa concludersi. Il progetto dei robot umanoidi per l'assistenza ai bambini autistici è una delle iniziative di ricerca del prof. Mohammad Mahoor, docente di ingegneria elettronica all'università di Denver ed esperto in algoritmi per il riconoscimento visivo (visual pattern recognition), in progettazione di robot sociali e in ingegneria biomedica.