Avere al posto della "mano" un'astronave che viaggia da una galassia all'altra o un raggio laser che sconfigge i cattivi. Non si tratta di un film di fantascienza ma del progetto IKO: un sistema di protesi per bambini modulabili e personalizzabili grazie all'utilizzo dei noti mattoncini per costruzioni della Lego. L'idea è stata realizzata dal designer colombiano Carlos Arturo Torres, ricercatore presso l'Institute of Design della Umea University, in Svezia, in collaborazione con il Lego FutureLab e con l'associazione no-profit CIREC (Centro Integrale della Riabilitazione della Colombia).

Nello stato sudamericano, infatti, sono molte le persone che hanno perso un arto durante la guerra civile.

Il sistema IKO

IKO funziona come una classica protesi meccanica. Presenta una batteria attaccata ad un processore che consente al braccio protesico di effettuare ogni tipo di movimento. In che modo? Sfruttando il sistema Mindstorm, piattaforma di programmazione Lego che permette di creare giocattoli interattivi. L'arto, infatti, è dotato di un aggancio modulare, semplice da smontare e assemblare anche per un bambino, che può sostituire una pinza standard a quattro dita con una versione interamente realizzata con i colorati mattoncini per costruzioni. Il progetto è stato pensato per tutti quei bambini che a causa di una malattia genetica sono nati senza un arto o che, per le conseguenze di un trauma, lo hanno perso.

La storia di Dario

IKO Prosthetic System, è questo il nome del prototipo di protesi che il designer Carlos Arturo Torres ha donato a Dario, bambino di otto anni nato con una malformazione congenita a causa della quale ha subito l'amputazione del braccio destro. Grazie all'appoggio della famiglia e alla sua grande fantasia, Dario ha trasformato la sua protesi in uno spassoso retroescavatore con cui potersi divertire da solo o insieme ai suoi compagni di gioco.

Progetto di integrazione

Al momento, il sistema IKO riguarda solo le protesi per il braccio. Visto il successo dell'esperimento, si pensa che, tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017, gli impianti prostetici realizzati con i Lego possano entrare a tutti gli effetti in commercio. L'obiettivo è quello di unire creatività e tecnologia per migliorare la vita delle persone con disabilità, in particolare quella dei bambini.

In questo modo, infatti, la protesi non verrà vissuta, da un punto di vista psicologico, come qualcosa di estraneo e penalizzante, ma come un'alternativa stimolante e divertente per convivere con se stessi e con gli altri.