Riflettori puntati sul diabete, sulle sue caratteristiche e su come prevenirlo e gestirlo in occasione della Giornata Mondiale della Salute 2016, un evento promosso ed organizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ed altre istituzioni sanitarie.

La campagna di quest'annosi focalizza, dunque, su una patologia che colpisce circa 350 milioni di persone nel mondo e la cui incidenza è in netto aumento. Si prevede, infatti, che nel prossimo ventennio il numero di diabetici raddoppierà e il diabete rappresenterà nel 2030 la settima causa di morte a livello globale.

Ma cos'è il diabete?

Esistono due tipi di diabete, quello di tipo 1 interessa il 10% dei pazienti ed è causato dalla mancanza di produzione di insulina da parte dell'organismo; quello di tipo 2 copre il 90% dei casi ed è causato da un'anomalia nella produzione di insulina. Questo tipo di diabete è strettamente legato allo stile di vita, alle cattive abitudini sulle quali si può e si deve intervenire. Il diabete è connesso ad un aumento del rischio di patologie cardiovascolari, di danni al cuore, ai nervi, agli occhi, ai reni.

L'Oms rende noto che nel 2012 sono morte, a causa del diabete, 1,5 milioni di persone, e la maggior parte delle vittime vive in Paesi a basso e medio reddito.

E allora l'OMS punta ad ottenere tre risultati, in occasione di questa Giornata Mondiale della Salute dedicata al diabete:

  • aumentare il grado di conoscenza ed informazione sul diabete soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito

  • portare avanti e sostenere una serie di azioni concrete che mirino a prevenire il diabete e ad aumentare l'accesso ai trattamenti

  • dare il via al primo rapporto globale sul diabete che avrà lo scopo di illustrare quanto pesa il diabete in termini economici e sociali garantire a più livelli una migliore sorveglianza ed assistenza

Per migliorare il proprio, personale grado di informazione e conoscenza sul diabete l'OMS ha realizzato un breve test volto a capire quanto ne sanno le persone di diabete. Il test è in inglese ed è disponibile sul sito www.who.int.