Una dieta alimentare a base di grassi insaturi fa bene ai livelli di colesterolo, ma nonostante ciò non mette al riparo dall'insorgere di alcune patologie quali infarto e aterosclerosi. Questo è quanto emerso da una ricerca condotta negli Stati Uniti, guidata da Christopher Ramsden, studioso del National Institutes of Health, coadiuvato dall'Università del North Carolina. La ricerca è partita dal presupposto secondo cui, in un regime alimentare, la sostituzione dei grassi di origine animale quali burro, lardo e panna, con i cosiddetti grassi insaturi, ossia quelli derivanti da vegetali, semi, noci e olio, avrebbe migliorato le aspettative di vita della popolazione.
In realtà, questi benefici non erano mai stati dimostrati finora e dai risultati del nuovo studio scientifico statunitense sono emerse risposte alquanto sorprendenti.
Grassi vegetali aiutano il colesterolo, ma non allungano la vita
Christopher Ramsden e il suo team hanno osservato circa 9.400 persone che hanno seguito una dieta basata sull'utilizzo dei grassi insaturi. Ebbene, se i livelli di colesterolemia si sono ridotti sensibilmente, ciò non ha comportato un innalzamento delle aspettative di vita, anzi in alcuni casi è stato rilevato "un rischio di morte più elevato", come affermato dallo stesso ricercatore statunitense. Gli esperti si sono basati su un campione di soggetti di età compresa tra i 20 e i 97 anni, ricoverati presso una casa di cura, mentre altre sei persone erano degenti in un ospedale psichiatrico del Minnesota.
I partecipanti, in maniera del tutto casuale, sono stati assegnati ad una dieta a base di olio di mais e margarina con grassi di mais, mentre altri hanno seguito un'alimentazione contenente grassi saturi di origine animale.
I pazienti che hanno seguito la dieta costituita da grassi vegetali hanno riportato una sensibile riduzione del livello di colesterolo, pari al 14%.
I dati si sono basati sul controllo dei valori della colesterolemia totale, ovvero trigliceridi, LDL e HDL.
Secondo i parametri stabiliti dall'American Hearth Association, il livello totale di colesterolo sierico deve essere contenuto nei limiti dei 180 mg/dL.
Se i soggetti sottoposti allo studio scientifico hanno dimostrato che, grazie all'utilizzo di grassi insaturi, il colesterolo è calato sensibilmente, tuttavia il rischio di incorrere in malattie cardiovascolari o aterosclerosi non si è affatto ridotto. Addirittura, in alcuni soggetti il rischio di morte è addirittura aumentato del 22% se messo a confronto con i dati del 2015.
È bene sottolineare che questa ricerca scientifica ha dei limiti che in futuro andranno aggiornati e superati per avere dei parametri di riferimento ancora più precisi. Difatti, l'acido linoleico derivante da noci, semi e grassi vegetali somministrato alle persone sottoposte al controllo, era circa il doppio, nelle quantità, rispetto a quanto solitamente ne consumano i cittadini statunitensi.
Inoltre, i grassi somministrati avevano un'alta concentrazione, difficilmente riscontrabile in coloro che seguono comunemente un regime alimentare fondato sul consumo di grassi da noci e semi. Ad ogni modo, la conclusione della ricerca condotta dal dott. Ramsden evidenzia che, nonostante l'utilità nel ridurre il colesterolo, i grassi insaturi non mettono al riparo dalle malattie cardiovascolari.
Di conseguenza, come ha riportato Lennert Veerman dell'Università australiana del Queensland, le persone devono sempre e comunque seguire le indicazioni generali per consumare quegli alimenti che indubbiamente fanno bene all'organismo e alla salute cardiovascolare. La dieta consigliata rimane quella con ampia presenza di verdura, frutti interi, pesce, carni magre, legumi, noci e uova. Per quanto riguarda i grassi vegetali, se ci sono ancora dei dubbi sul ricorso ad essi, è bene continuare a preferirli a quelli animali.