Ogni anno, circa 135mila italiani sono vittime di eventi coronarici acuti che risultano fatali nel 30 per cento dei casi. Sono dati impressionanti, soprattutto per il fatto che una gran parte degli infarti potrebbe essere evitata tenendo sotto controllo il colesterolo e con l’adozione di stili di vita e regimi alimentari più salutari.

Il problema si pone in maniera ancora più marcata per i pazienti che hanno superato la prima crisi e per i quali, secondo recenti studi, i rischi di ricaduta nei primi due anni successivi raggiungono percentuali del 60 per cento.

‘Amico del cuore’, un Open Day nazionale di informazione il 16 aprile

Per favorire una sensibilizzazione alla tematica post infartuale è stato organizzato per il prossimo 16 aprile un evento a carattere nazionale, ‘Amico del cuore - Dopo l’infarto il colesterolo conta’, con la quale ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri), Fondazione ‘per il Tuo cuore’ e Conacuore onlus informeranno i pazienti che hanno subito un infarto ed i loro familiari sui valori corretti di colesterolo da raggiungere e gli strumenti per raggiungere tale valore: aderenza alle terapie, alimentazione, attività fisica e controlli di valori quali glicemia e pressione arteriosa.

Valori di colesterolo LDL dopo l’infarto: obiettivo 70 ml/dl

Lo studio che verrà presentato nel corso dell’Open Day ‘Amico del cuore’ dimostra che se si riesce a mantenere i valori di colesterolo LDL al di sotto dei 70 ml/dl, il rischio di avere un secondo infarto si riduce del 25 per cento.

I limiti entro i quali i livelli di colesterolo sono considerati “normali” dipendono dal tipo di colesterolo preso in considerazione1. Nel sangue, infatti, questa molecola è presente in diverse forme ed è importante che i livelli di ciascuna di esse si mantengano entro intervalli considerati salutari. In particolare, le cosiddette HDL (dall’inglese High Density Lipoproteins) sono comunemente note con il nome di colesterolo “buono” perché, viaggiando da organi e tessuti verso il fegato, promuovono l’eliminazione del colesterolo: per questo il loro livello non dovrebbe scendere al di sotto di un minimo considerato salutare. Le LDL (dall’inglese Low Density Lipoproteins) corrispondono invece al cosiddetto colesterolo “cattivo”; quest’ultimo, viaggiando dal fegato verso altri organi e tessuti, può accumularsi nella parete delle arterie contribuendo alla formazione di placche aterosclerotiche pericolose per la Salute cardiovascolare. Per questo, il livello delle LDL non dovrebbe superare un limite massimo oltre il quale sono considerate pericolose per la salute. Scopri di più grazie ai consigli del medici del Policlinico "A. Gemelli" nell'iniziativa Viaggio al Cuore del Problema, powered by Danacol.

Per rimanere al di sotto di questa soglia di sicurezza, le terapie non sempre sono sufficienti, anche perché ci sono pazienti che non tollerano elevati dosaggi di farmaci a base di statine, che inibiscono la sintesi di colesterolo a livello del fegato ed i cui effetti collaterali portano ad abbandonare le terapie.

Diventa a questo punto essenziale accompagnare le terapie farmacologiche degli infartuati con una dieta equilibrata, un’attività fisica regolare e tenere sempre sotto controllo i valori del colesterolo.

Il progetto ‘Amico del cuore’, oltre alla giornata di informazione del 16 aprile sulla qualità della vita dopo l’infarto, mette a disposizione sul sito www.amicodelcuore.it una serie di indicazioni sulle terapie e sui corretti stili di vita e di alimentazione, con la possibilità di scaricare gratuitamente materiale informativo in distribuzione anche nei reparti di cardiologia di molti ospedali.