I risultati di uno studio condotto dagli scienziati del Queensland Brain Institute (QBI) e pubblicato su Molecular Psychiatry suggeriscono l'esistenza di una connessione tra la carenza di vitamina D durante la gravidanza e l'insorgere dell'autismo. Per la precisione, nello studio viene spiegato come i figli di quelle donne che arrivano alle 20 settimane di gestazione con bassi livelli di vitamina D abbiano una maggiore probabilità di mostrare tratti autistici entro l'età di sei anni.

Gli integratori di vitamina D come l'acido folico?

"Questo studio fornisce un'ulteriore prova del fatto che bassi livelli di vitamina D siano associati a disordini del neurosviluppo", spiega il professor John McGrath del QBI, un ente di ricerca gestito dall'australiana University of Queensland.

Proprio come prendere l'acido folico in gravidanza ha ridotto l'incidenza della spina bifida, il risultato di questo studio suggerisce che gli integratori prenatali di vitamina D possano ridurre l'incidenza dell'autismo".

Cause ancora ignote

L'autismo è un disordine del neurosviluppo che provoca (in vario modo ed a vari livelli) difficoltà relazionali e comunicative. Sebbene le cause dell'autismo non siano ancora state accertate e per quanto ci sia sicuramente una forte componente genetica, sono in molti a ritenere possibile una complessa combinazione di fattori sia genetici che ambientali. I risultati di questo studio, che necessitano certamente di ulteriori conferme, puntano proprio verso quest'ultima ipotesi.

Un aiuto per il cervello

È ormai ampiamente accertato come la vitamina D, che viene naturalmente prodotta grazie all'esposizione al Sole ma che può essere assunta tramite cibi ed integratori, sia fondamentale per la Salute delle ossa: nello specifico, è stato visto come la carenza possa portare a problemi di mineralizzazione ossea che, a loro volta, possono condurre a rachitismo ed osteomalacia.

Più di recente sono invece arrivate delle prove della sua importanza nello sviluppo cerebrale: lo stesso team di ricerca australiano, ad esempio, aveva in passato riscontrato una correlazione tra una carenza di vitamina D e la schizofrenia.

Ridurre il rischio di autismo

"Questa ricerca potrebbe avere importanti implicazioni da una prospettiva di salute pubblica", aggiunge McGrath.

"Non raccomanderemmo una maggiore esposizione al Sole, a causa del maggiore rischio di cancro alla pelle. Invece una soluzione fattibile, ossia quella di fornire integratori di vitamina D sicuri, economici e pubblicamente accessibili potrebbe ridurre la prevalenza di questo fattore di rischio per l'autismo".