Una recente sentenza pronunciata dalla cassazione stabilisce che il medico in servizio al Pronto Soccorso non possa in nessun caso rinviare al giorno seguente la visita dei pazienti, anche nel caso che i problemi di Salute lamentati da questo appaiano non gravi. Classificare i pazienti in base alle loro condizioni - il codice colore, assegnato in fase di triage - e assegnare maggiore priorità a quelli più gravi è ovviamente legittimo, ma il medico è tenuto a visitare tutti i pazienti e formulare una prima diagnosi, e nel caso non lo faccia rischia di finire sul banco degli imputati con l'accusa di omissione di atti di ufficio.
Il codice serve solo a stabilire la priorità della visita
Il codice colore assegnato al Pronto soccorso ai pazienti in base alle loro condizioni di salute o al tipo di disturbo lamentato serve unicamente ad assegnare maggiore priorità ai pazienti più gravi, ma anche coloro a cui viene assegnato il "codice verde" devono essere visitati, per verificare l'eventuale presenza di problemi di tale gravità da richiedere un tempestivo intervento. In nessun caso un medico può negare la visita al paziente e rinviarlo al giorno successivo, ed in modo particolare quando si tratta di persone anziane.
Il caso oggetto della sentenza
Nel caso oggetto della sentenza i magistrati hanno sottolineato che rimandare la visita del paziente non rientra nelle prerogative di discrezionalità legittime nell'esercizio della professione medica, neanche nel caso in cui un determinato esame non possa essere effettuato nottetempo, e che per espletarlo sia necessario attendere il mattino seguente.
Anche quando il medico del PS non ha la possibilità di disporre una immediata visita o un esame specialistico, ha il dovere di effettuare una visita e redigere una prima diagnosi.
Un esempio pratico
Se un paziente si presenta di notte al Pronto Soccorso lamentando un problema ad un occhio, il medico di turno non può rimandarlo a casa solo perché fino al mattino seguente non è possibile effettuare la visita specialistica o un determinato esame diagnostico.
Il medico ha il dovere di effettuare comunque una prima visita con gli strumenti a disposizione e stilare una prima diagnosi. Solo dopo la visita - se il paziente non è grave - il medico può mandarlo a casa, per tornare all'ospedale quando è possibile effettuare gli accertamenti.