Cellule staminali; la maggior parte delle persone, se non tutte, ha già sentito nominare questa tipologia di cellule almeno una volta nella propria vita. Si tratta di cellule giovani in grado di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula ed intervenire laddove ve ne è bisogno e, per questa loro peculiarità, la Scienza ha da sempre cercato di ricrearle in laboratorio e di utilizzare per curare molte malattie. Dopo che una equipe di scienziati è riuscita, di recente, a ricreare un dente in laboratorio, grazie appunto a queste cellule, è sopraggiunta la scoperta che queste siano in grado di donare ai denti la peculiarità di ripararsi in totale autonomia, senza il bisogno di doversi recare dal proprio dentista.

La scoperta viene da uno dei college di Londra, sotto la guida di Paul Sharpe, che ha condotto esperimenti sui propri topi da laboratorio.

Come fanno i denti a ripararsi da soli?

Queste cellule, solitamente contenute in un farmaco in grado di curare l'Alzheimer, permettono alla dentina, quello strato sottile che si trova tra la polpa del dente e lo smalto, di rigenerarsi in maniera quasi autonoma. Questo medicinale infatti stimolerebbe le cellule staminali presenti nella dentina, le stesse cellule che, solitamente, consentono piccole riparazioni al dente dopo danneggiamenti di lieve entità. Con questa stimolazione si intensifica il lavoro delle staminali che ampliano di gran lunga il loro raggio e la loro potenza d'azione arrivando addirittura a risolvere problematiche come la carie senza dover ricorrere all'intervento del dentista.

Tutto questo è dovuto all'intervento della molecola GSK-3, ovvero di glicogeno sintasi chinasi, che normalmente viene utilizzata per curare determinate malattie neurologiche. Nei vari test effettuati, la molecola è stata applicata nei denti mediante l'utilizzo di una spugna collagene che, imbevuta del farmaco, è stata inserita come "otturazione" all'interno del dente danneggiato.

Dopo un periodo di circa 4-6 settimane, la spugna si era già degradata, permettendo al medicinale di inserirsi all'interno del dente e lasciando spazio alla crescita del nuovo tessuto. Si tratta dunque di un altro traguardo raggiunto dalla scienza e dalla medicina.