Esporsi alla luce del sole, con le dovute precauzioni, è da sempre considerato un toccasana per il nostro benessere psico-fisico. Essa infatti ha numerosi effetti benefici in grado di coinvolgere mente e corpo, aiutando a prevenire e curare importanti patologie come depressione, disturbi della menopausa, malattie cutanee come la psoriasi, malattie ossee come osteoporosi e rachitismo, nonché regolarizzare i ritmi circadiani ed il sistema endocrino.

Gli effetti della Vitamina D sul sistema immunitario

Da precedenti studi era ormai chiaro come la Vitamina D, componente che ritroviamo in alcuni alimenti come l'olio di pesce, le uova e i pesci grassi e la cui produzione endogena è catalizzata dai raggi UV, fosse indispensabile per attivare la risposta immunitaria.

Il ruolo della luce solare era da ritenersi secondario in quanto molto era imputato all'effetto della Vitamina D, la cui carenza è stata dimostrata responsabile di una risposta immunitaria meno efficiente ed una maggiore incidenza delle malattie autoimmuni. Inoltre I raggi UV, com'è noto, sono si responsabili della produzione della melanina, ma possono portare ad importanti malattie come il melanoma.

La luce blu innocua ed efficace per stimolare i Linfociti T

I ricercatori della Georgetown University Medical center sotto la guida del prof. Gerard Ahern, hanno scoperto che la componente blu dei raggi solari a basse dosi (<300 mJ cm-2) è in grado di stimolare direttamente i Linfociti T . Queste cellule del sistema immunitario si trovano abbondantemente diffuse nel derma, dove i raggi blu riescono a penetrare senza arrecare alcun danno.

La luce blu stimola la produzione da parte dei Linfociti T di perossido d'Idrogeno (H2O2) che svolge un'azione diretta sugli agenti patogeni e serve da "richiamo" per le altre cellule del sistema immunitario contribuendo ad una più efficiente risposta immunitaria. Dunque secondo i ricercatori una parte dei benefici attribuiti finora alla Vitamina D, sono in realtà attribuibili all'effetto immunostimolante della luce blu. Gli studi condotti in questo senso potranno aprire ulteriori campi d'applicazione per terapie "dolci", "bagni di luce" privi di effetti cancerogeni e mutageni, ma dalla comprovata efficacia.