"Al momento non esiste alcuna situazione epidemica". È quanto fa sapere il ministero della Salute attraverso il proprio sito internet ufficiale, facendo il punto della situazione sulla meningite in Italia. In un documento diffuso dall'Ufficio stampa ministeriale si legge anche che "il presidio preventivo", la vaccinazione, "sarà in distribuzione" in maniera gratuita.
Assistenza e terapia
Il ministero della Salute sottolinea che gli ospedali garantiscono un’assistenza e una terapia di "primissimo ordine". Attualmente si sta lavorando nella direzione del pieno consolidamento della copertura vaccinale, con ricerche che servano a chiarire tutti i meccanismi riguardanti non solo la trasmissione dei germi, anche la cosiddetta "virulenza".
Resta raccomandata la vaccinazione, ma bisogna comprendere in modo preciso i comportamenti da tenere e i rischi che si corrono, senza allarmismi di alcun genere. Occorre identificare i conviventi e coloro che hanno avuto contatti stretti con l’ammalato nei dieci giorni precedenti la data della diagnosi, da sottoporre a chemioprofilassi o a sorveglianza sanitaria.
Il meningococco di tipo C
Relativamente al meningococco di tipo C, definito quello maggiormente letale, le cifre evidenziano che negli ultimi quattro anni ha causato trentasei decessi, in una popolazione che supera quota sessanta milioni. Prendendo in esame tutti i ceppi di meningococco, "non si supera il 10% della letalità", con settecentoundici casi nei quattro anni considerati, centosettantotto nell'anno che si è appena concluso e settantasette decessi registrati, diciassette nel 2016.
Germi che colpiscono 'in maniera episodica'
La meningite è un'infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, le meningi, e riguarda una condizione clinica di variabile gravità, che può essere causata da germi vari "che colpiscono in maniera episodica", peraltro "difficilmente prevedibile". Come?
"Attraverso contatti/portatori sani", la cui identificazione è di fondamentale importanza per adottare azioni efficaci. I primi sintomi possono essere aspecifici: sonnolenza, cefalea, inappetenza. Dopo pochi giorni si registra un peggioramento e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore, fotosensibilità. Segni tipici sono la rigidità della nuca e quella all'estensione della gamba.
Nei neonati alcuni di tali sintomi non sono molto evidenti, mentre possono essere presenti pianto continuo, irritabilità, sonnolenza, generalmente al di sopra della norma, e scarso appetito.
La letalità
La diagnosi precoce è fondamentale per una prognosi più favorevole della malattia. In casi sospetti è necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico, che valuterà l’opportunità di un ricovero ospedaliero. Il numero complessivo dei casi di meningite è passato da poco meno di millecinquecento nel 2014 a poco più di milleottocento nell'anno successivo e a milletrecentosettantasei nell'anno appena trascorso. Dal ministero non si vuole minimizzare, ma ricondurre tutta la questione nei parametri chiari e imprescindibili "della documentazione oggettiva".