La meningite sta creando panico e forte allarmismo tra la popolazione della Toscana, anche per la circolazione di informazioni non sempre corrette e spesso troppo enfatizzate. Il problema c'è, ed è vero che ci sono più casi del resto d'Italia, ma parlare di epidemia da meningococco C al momento è completamente fuori luogo. Ci sono diverse segnalazioni, ma all'interno del complessivo numero degli abitanti, la percentuale di persone colpite non è così tanto più elevata di altre realtà su campo nazionale. Semmai uno dei punti su cui focalizzare l'attenzione è quanto sia virulento il ceppo della meningite che circola nella regione, visto che il tasso di mortalità è del 20 percento circa, il più alto di tutto il Paese.

Massimo Andreoni, primario malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma, ha dichiarato che in media la mortalità da meningite dovrebbe essere del 5 -10 percento.

Per la meningite non si deve fare allarmismo

Nonostante sia stato stabilito che quella della Toscana sia una situazione da monitorare con estrema attenzione, Massimo Andreoni ha dichiarato che non siamo di fronte ad una situazione di epidemia incontrollata. Il fatto che ci siano stati addirittura tre casi di meningite in sole 48 ore non è da sottovalutare, ma nel complesso non sono sufficienti per creare un allarme di massa. Inoltre uno dei tre casi, che ha visto morire a Livorno una donna di 64 anni, non era nemmeno del ceppo C, ma il B.

Migliora il bambino di 8 anni colpito da meningite

Il bambino di 8 anni colpito dal meningococco C, nella notte ha visto le sue condizioni di salute migliorare. Le medicine somministrate stanno avendo effetto, e oramai è fuori pericolo. La cosa che ha lasciato perplessi familiari e medici, è che il bambino era già vaccinato per la meningite del ceppo C, vaccino fatto nel 2009.

Nonostante secondo l'ospedale sia stato proprio il vaccino a rendere meno virulento il virus, ci si chiede come mai la vaccinazione non lo abbia reso immune, e se a questo punto tutti quelli vaccinati in quel periodo debbano ripetere l'immunizzazione.